

Sinossi
«Avevo capito che nessuno ama la vita quanto un non vedente che la odia.» Salvatore Niffoi ci rapisce una volta di più con un romanzo breve e un racconto, due storie di cecità vissute nel paesino di Ortakos su due sentieri paralleli, ma percorsi in direzioni opposte. La prima, quella di Damianu Isperanzosu, su mastru tzecu de Ortakos, cieco dalla nascita e odiato dal padre violento e possessivo per questa sua invalidità. Una pesante croce che si aggiunge alla lunga sequela di rovesci e disgrazie da cui la sua famiglia è afflitta da generazioni. L'unica salvezza, oltre il bene viscerale che gli vuole la madre, sarà l'intelligente carità del medico e del prete del paese: Damianu andrà a scuola, imparerà a leggere con le dita, e grazie alla passione per la letteratura - che fa «immaginare i colori nascosti del mondo degli altri» - potrà andare a cercare fortuna «in continente». Ma il richiamo della propria terra, delle proprie radici, sarà irreprimibile. Un'esistenza vista con gli occhi di un cieco, intrisa di buio masticato inghiottendo dolore e rabbia, ma anche di tutto il calore e l'amore che tatto e destino gli faranno incontrare sulla strada. Fino alla notte del miracolo. La seconda, quella di Paolo, ragazzo soprannominato Pasodoble a causa della sua mania per il tango, che sceglie sin da piccolo «di non vivere la propria vita, per vivere tutte quelle degli altri attraverso i libri», e poi recludersi in convento. Ambientate in una Barbagia infera eppure meravigliosa, e narrate con una lingua cruda, lirica, sismica, due storie che hanno la propria chiave nel mistero della visione. Di chi, mettendo a rischio ogni giorno la propria vita, forse riacquista la vista perché attraverso il dolore ne ha maturata una più profonda, e di chi, come Paolo, alla fine deve perderla, perché troppo sicuro di «aver visto tutto quello che c'era da vedere».
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 156
- Data di uscita: 20-03-2019
Recensioni
Cosa vuole comunicarci questo romanzo breve + racconto brevissimo? Per caso ho letto l'ultima fatica di Niffoi subito dopo aver letto "La vedova scalza" - apprezzato molto ma non esente da critiche - e non è stata un'ottima idea. Già in quell'occasione temevo che certe tendenze potessero cristallizz Leggi tutto
Iniziato in una notte insonne, scelgo di lasciarlo intorno a metà per una questione di "obiezione di coscienza". Secondo una moda da intellettuale liberale del XIX secolo (sveglia: siamo nel XXI!) l'autore tratta la prostituzione come una presenza significativa nella società. Quasi umanitaria. Alla Leggi tutto
Confesso di aver avuto grosse aspettative su questo titolo, per cui la valutazione risente anche della mia delusione di non averle viste esaudite. Carina la storia, ma... non c'è la Sardegna, dentro. L'uso del dialetto è discontinuo e poco coerente con la storia, sembra quasi che sia stato utilizzato Leggi tutto
" … Avevo tre anni e il vuoto che mi stava intorno mi venne ad abitare dentro con tutta la forza che ha la paura quando si pensa alla morte … " Confesso che la prima frase dell'ultimo capitolo l'ho letta due volte perché mi ha lasciata perplessa. Il classico finale che non ti aspetti! Una storia doloro Leggi tutto
Lettura veloce che mi ha abbastanza sorpreso.
Finale non mi è stato chiarissimo. Devo dire che anche se più discorsivo di altri libri non ho chiaro se ci sia un secondo messaggio tra le pieghe del racconto.
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