

Sinossi
A partire da quattro foto strappate all'inferno di Auschwitz, questo libro sviluppa un'originale riflessione sulla memoria, l'immagine e l'opera d'arte. La posta in gioco è la possibilità di accostarci a quella realtà per molti inimmaginabile che furono i campi di sterminio nazisti. Ma non si tratta solo di questo. Si tratta anche di capire quali siano i limiti e le potenzialità specifiche dell'immagine in quanto tale, artistica, fotografica, cinematografica.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 228
- Data di uscita: 01-03-2005
Recensioni
Non mi farà molto onore ammetterlo, lo so, ma mi sono quasi sempre approcciata ai testi presenti nei programmi d'esame con una certa rassegnazione, spinta dalla necessità e dal senso del dovere più che da un vero e proprio mio interesse. Ci sono stati, però, alcuni rari casi del tutto illuminanti, m Leggi tutto
Wat ik zocht. Wat ik nodig had. Wat ik moet herlezen. Waar ik iets mee kan doen. Doen. Handelen, als een vorm van denken. Laf en lazy. Maar filosofisch? Toch?
Qué monumento a la voluntad de aprender y a la necesidad de intentar acercarse todo lo posible a lo que ocurrió. Sin duda, «el rayado rectángulo de 35 milímetros salva el honor de todo lo real», pero ya antes lo ha salvado el modo con el que el historiador (o el cineasta, o el poeta) elige acercarse Leggi tutto
ONly read the assigned chapters. This translation is wonderful (well, sure, there's always an untranslatable remainder). Didi Huberman's imagination dispells the inherent unreadability of these photographs and restores them "dialect image" so that remain meaningful generations of viewers to come.
Prima parte molto interessante con spunti riflessivi molto profondi. Seconda parte lenta, polemica e ridondante.
A imagem, tal como a história, não ressuscita absolutamente nada. Mas ela "redime": ela salva um saber, ela recita apesar de tudo, apesar do pouco que pode, a memória dos tempos.
Citazioni
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