

Sinossi
"Noi eravamo lì per un miracolo, per un'assoluzione laica per le nostre follie e i nostri amori... Noi eravamo lì per non dover più piangere per i nostri cari, per non suicidarci, per riprendere a mangiare..." A scrivere è Stefano Dionisi, che una notte in Estremadura, dove sta girando un film, perde la drammatica battaglia con i fantasmi che da tempo lo cingono d'assedio. L'inevitabile ricovero coatto in una struttura psichiatrica diventa così la prima stazione di un tormentato viaggio nella malattia mentale, sia dentro di sé sia dentro le cliniche pubbliche e private, dove ogni giornata è identica alla precedente, scandita dalle visite del Prof e dei suoi assistenti Tacchi a Spillo e Sbrano, dal cigolio delle ruote del carrello con i pasti sottovuoto e di quello con la "terapia", dai fugaci incontri con i familiari e con gli altri pazienti, e da ore e ore passate sdraiati sul letto o in piedi davanti a una finestra ermeticamente chiusa, nell'ansiosa attesa di "un treno che è sempre in ritardo". Nelle stanze, nei saloni e nei corridoi illuminati giorno e notte dalla fredda luce dei neon si muovono Ciuf Ciuf, il Conte, il Pilota, il Toscano e molti altri uomini e donne fragili, bisognosi, ciascuno con la propria angoscia, ma tutti disperatamente aggrappati a ciò che resta della loro identità e a ogni minimo spazio di libertà. Per continuare a nutrire e a manifestare, in condizioni estreme e contro il regolamento, sentimenti di amicizia, affetto, tenerezza e un insopprimibile desiderio di amore...
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 130
- Data di uscita: 08-09-2015
Recensioni
Per la testimonianza e per il coraggio di esporsi quanto fa l'autore. le stelle potrebbero essere milioni di milioni. Purtroppo la prosa é molto povera, piatta, non voglio entrare in una analisi delle possibili cause, anche perché non so se l'autore sia stato seguito o meno da un buon editor, oppure Leggi tutto
Nell'espressione di sollievo che prese forma nei suoi occhi- l'ho capito anni dopo- c'era la consapevolezza che sarei guarito, che da quell'esperienza sarei uscito ferito, ma vivo.
Citazioni
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