Sinossi
Al crepuscolo degli anni '70, uno spettro nell'imbalsamato ambiente letterario di Oxford, Dambudzo Marechera gettava sul foglio alcune righe che lo avrebbero reso di lì a poco una celebrità e una meteora. "Presi le mie cose e me ne andai", così rimbombava l'incipit di quel testo: una sentenza drammaticamente segnata dall'ironia di una dipartita incombente e inevitabile, dall'Inghilterra e poi dal mondo, come ultima tappa di un processo autodistruttivo in cui per ogni eccesso della mente era il corpo a incassare. L'origine di quel vortice soffocante è custodito nella "Casa della fame", un classico svanito nel tempo. Come tempestato da una pioggia di pensieri, in questa novella infinita, lo scrittore protagonista si immerge e riemerge, piomba e si inabissa, in una memoria spontanea che vivifica e scuote l'impellente decisione di andare. Ma via da dove e verso dove non sarà mai chiaro. Continuamente trasfigurati da un'incredibile cantilena di metafore, iconizzati in un particolarissimo espressionismo delle immagini, si aprono invece i trascorsi di un'intera esistenza, e forse di più: le vicende politiche di uno studente sacrificato all'identità africana, la dissoluzione di una famiglia, pestaggi, i ricordi d'infanzia, le disavventure sessuali, la storia della Rhodesia, le elucubrazioni artistiche di un intellettuale formato nel bozzolo di una cultura bianca da cui viene fatalmente attratto e disgustato, e poi i sogni, gli ideali e soprattutto gli incubi di un vagabondo sconfitto dalla nascita.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 124
- Data di uscita: 09-05-2019
Recensioni
Zimbabwean writer who perished of AIDS at 35, Marechera’s first longish work is a surreal stitching of rant, memoir, lyrical rumination, and sardonically observational prose, a striking and unique snapshot of post-war Rhodesia from the perspective of an over-educated outsider in a world of brutality Leggi tutto
“Niente dura abbastanza da avere senso” “Il vecchio è morto sotto le ruote del ventesimo secolo. Non sono rimaste che macchie, macchie di sangue e frammenti di carne, una volta che in tutta la sua lunghezza ha finito di mangiarselo. E la stessa cosa succede adesso alla mia generazione. No, non è che Leggi tutto
Like pressing your eye and ear to a bleeding wound. Broken and torn and breaking and tearing anew with every word. A hard read because of it, but a vital one.
Marechera’s The house of Hunger debut novella. He was born in Rhodesia, 1952 and died in Zimbambwe, 1987. “I got my things and left” one of the best opening lines in African literature and as a reader, you already know that you are in for a ride. While indulging on this book, you keep on questioning t Leggi tutto
Brīnišķīgas ainas un veseli stāsti mijās ar vienkārši dīvainām pasāžām, bet tādu labi dusmīgu izvirdumu kopumā ir vairāk, beigās sanāk gandrīz Zimbabves Selīns.
Growing up in colonial Rhodesia (now Zimbabwe)! Outstanding! Five stars!! The short stories are sublime. The author, who died at the age of 35, writes wonderfully imaginative similes. "And outside wet snow piled up softly like things which a man has chosen to forget, . . . . " (p. 140). "One learns a Leggi tutto
Zimbabwe does not seem like a wonderful place to live. The struggle of the common citizen to find their place in an almost lawless society where adolescence sex, drug and alcohol abuse, rape, and poverty are everyday regular occurrences. The entire narrative is thought provoking and speaks about rac Leggi tutto
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