

Sinossi
Diego De Silva fa un passo a lato, si allontana dalle irresistibili vicende di Vincenzo Malinconico e ci regala una semplice storia d'amore. Semplice per modo di dire, perché la scommessa è tutta qui: nel nascondere la profondità in superficie, nel tratteggiare desideri e dolori, speranze e rovine, con poche parole essenziali, dritte e soprattutto vere. Perché, come diceva Fanny Ardant ne La signora della porta accanto, solo i racconti scarni e le canzoni dicono la verità sull'amore: quanto fa male, quanto fa bene. Solo lì si cela l'assoluto. Cosi De Silva prende i suoi due personaggi e li osserva con pazienza, li pedina, chiedendoci di seguirlo - e di seguirli - senza fare domande. Irene vuole essere felice, e quando il suo matrimonio inizia a zoppicare se ne va. Nicola è solo, confusamente addolorato dalla morte di una donna che aveva smesso di amare da tempo. Anche lui, come Irene, è mosso da un'assoluta urgenza di felicità. Anche lui vuole un amore e sa esattamente come vuole che sia fatto. Sarebbero destinati a una grande storia, se solo s'incontrassero una volta nel bistrot che frequentano entrambi. Ma il caso vuole che ogni volta che Nicola arriva, Irene sia appena andata via. Se le vite di Nicola e Irene non s'incontrano fino alla fine, le loro teste invece s'incontrano nelle pagine di questo libro: i pensieri, le derive, il sentire si richiamano di continuo, sono ponti gettati verso il nulla o verso l'altro. Forse, verso l'attimo imprevisto in cui la felicità finalmente abbocca.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 88
- Data di uscita: 18-03-2014
Recensioni
Riconosco la scrittura semplice, fluida, fresca di DeSilva , che scava senza atteggiarsi troppo, senza pretendere di essere ciò che non è. Qui ci racconta di una storia d'amore che tarda a presentarsi all'appuntamento col destino. Ognuno con il proprio vissuto, con la propria storia, Irene e Nicola s Leggi tutto
Avevo bisogno di una lettura "defatigante" dopo essere emersa piena di contusioni e con qualche lacrima dalla Fortezza Bastiani, nei panni di Giovanni Drogo. Chè si sa, non è facile entrare in un altro romanzo quando se ne è lasciato uno che è stato, oltre che doloroso, una conferma delle proprie inc Leggi tutto
O lo apprezzi o lo cestini, non ci sono vie di mezzo. E credo che il discrimine stia nel fatto che riesca o no a toccare le corde dell'anima più profonde del lettore, mettendone a nudo le umane debolezze. "Mancarsi" si compone di tanti déjà vu, ma mirabilmente amalgamati e personalizzati. Colpisce l Leggi tutto
Diego De Silva è diventato uno scrittore di successo grazie – soprattutto – ai suoi libri sull’avvocato Malinconico. Ma ora, con questo romanzo breve ed intenso, Mancarsi, «fa un passo a lato», come dice la quarta di copertina. Immaginatevi una storia a due voci, mai vicine fisicamente ma vicine per Leggi tutto
Banale, con una scrittura caotica, con troppe parentesi. Abbozza l'idea, ma la sviluppa con approssimazione, sembra quasi il canovaccio di un romanzo incompiuto. Forse l'autore voleva questo tenendo conto del titolo del libro. Lei divorziata, lui vedovo, entrambi insoddisfatti della vita matrimoniale Leggi tutto
Niente... Alla fine non sono riuscita a fare nessun commento. Non mi è venuto niente. Mi sono giustificata con la possibilità che sia un mio problema personale con De Silva, che non capisco perchè vada così osannato...io non ci trovo niente!
4/5
veloce, leggera, la storia di un impatto in slow motion, silenzioso e delicato. un de silva dalle parti della "donna di scorta" (niente a che fare con malinconico).
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