

Sinossi
Nel 1486 Pico scrisse l'introduzione a quelle Conclusiones che avrebbero dovuto essere discusse davanti ai sapienti della Chiesa, ma che finirono invece accusate di eresia, come il loro autore. Originariamente senza titolo, il testo venne denominato Oratio de hominis dignitate dall'edizione di Strasburgo del 1504. Dimenticato per più di due secoli, venne riscoperto tra Ottocento e Novecento diventando una specie di manifesto dell'Umanesimo. Ora che le idee ottocentesche e primo-novecentesche sul Rinascimento e certe forzature interpretative dell'Oratio appaiono superate si può rileggere Pico reinnestando il suo pensiero nella temperie teologica della sua epoca. Ma la sua antropologia e la sua idea di cultura restano un vertice della filosofia italiana e continuano ad avere molto da dire anche nel nostro tempo. «In noi risiede una discordia molteplice: ospitiamo in casa nostra gravi conflitti intestini, peggiori delle guerre civili. Soltanto la filosofia morale li terrà a freno e li sederà dentro di noi, se li vorremo rifiutare e aspireremo a quella pace che ci sollevi addirittura all'altezza dei prediletti del Signore. Ma solo se l'uomo che è in noi chiederà anzitutto una tregua ai nemici, allora essa potrà fiaccare le incursioni sfrenate della bestia multiforme e la rissosità del leone, i suoi accessi d'ira, la sua violenza. Se però delibereremo più correttamente nel nostro interesse, ricercando la tranquillità della pace perpetua, allora essa giungerà a esaudire generosamente i nostri voti. Dopo avere ammazzato le due bestie (e sarà come immolare la scrofa sacrificale), la filosofia sancirà un patto inviolabile di santissima pace tra la carne e lo spirito. La dialettica sederà i tumulti della ragione, che si dibatte angosciosamente tra i discorsi contrastanti e la capziosità dei sillogismi. La filosofia naturale placherà le controversie e i dissidi dell'opinione, che strattonano l'anima irrequieta da una parte e dall'altra, fino a lacerarla e farla a brandelli. Ma nel momento in cui li placherà, ci spingerà anche a ricordare che secondo Eraclito la natura ha origine dalla guerra: per questo essa venne denominata "contesa" da Omero. Perciò non possiamo trovare in essa vera pace e stabile quiete». Sicuri, arroccati dietro il muro della propria tradizione. Così vivono gli angusti filosofi. Proprio di autentici amanti del sapere è invece trasgredire i confini di ciò che è familiare e noto, pronti a incrociare le proprie armi - le armi della dialettica - con chi si incontrerà lungo il cammino. Questa ratio philosophandi , dice Pico, non è superflua, ma necessaria. Come se non vi fosse conoscenza qualora il nostro pensiero non si specchiasse nel pensiero altrui, vedendosi come da fuori, in prospettiva - vedendo cioè i suoi limiti, le sue mancanze, e insieme le sue peculiarità. In altri termini, solo incontrando ciò che è diverso, e riconoscendolo come differente, la nostra identità può determinarsi e definirsi. Pico, citando da una pagina talmudica, parla del confronto tra due sapienti come di uno scontro tra due ferri, che nell'affrontarsi si affilano e aguzzano l'uno con l'altro. Da qui l'importanza del dialogo, della curiosità per le altre tradizioni, per quello che le altre tradizioni hanno di unico, di particolare, di differente. Una curiosità che non mira a sopraffare l'altro, ma a metterlo - e a mettersi - in discussione, per condurre infine a una vittoria che sia però portatrice di una possibile armonia, di una futura pace.
- ISBN: 8806243543
- Casa Editrice: Einaudi
- Pagine: 130
- Data di uscita: 02-11-2021
Recensioni
Lucrarea lui Giovanni Pico della Mirandola, cavaler de Concordia (1463 - 1494), este un prim răspuns la mulțimea satirelor medievale, așezate sub titlul De contemptu mundi: Despre disprețul față de lume . Alături de aceste scrieri care prezintă existența umană ca pe un exil într-o lume degradată și î Leggi tutto
Fame is not always fleeting, but it is capricious. How strange that Giovanni Pico della Mirandola, remembered as a quintessential voice of Renaissance Humanism, won his reputation with a speech he never delivered, a speech proclaiming a public event which failed to take place! Pico was notorious in
A classic of humanism. I discovered him when I worked on Kabbale. He had writed on it. If you observe the sephirot tree, you can see that it is not so different than hindu chakra or chinese médicine. His project his to link all the great thoughts (hebrew, christan, persian, greek, arab...) of the hu Leggi tutto
پیکو این رساله را بهعنوان مقدمهای برای بحث عمومی پیرامون نهصد تز خود که به مسائل فلسفی و دینی میپرداختند نوشت. تزهایی که در آنها به موقعیت یگانه انسان در جهان که میتواند به مراتب بالای شناخت برسد اشاره میکند. اما این بحثها هیچگاه صورت نگرفتند چون هفت تز کفرآمیز و دارای بدعت و شش تز مشکوک تشخیص Leggi tutto
Pico’s religious philosophy starts at the top. God is perfection; perfection is pure; perfection is divine. The self desires to be like God, but it is imperfect. The body is consumed by animal passions, “torn by strife and discord.” The self is ego-oriented and oriented away from God. The body is th Leggi tutto
This is a really lovely little book. It's actually the introduction to Pico's 900 Theses, his attempt to present a whole, systematic body of knowledge to a group of scholars in Rome for a public debate. He pulls information from everywhere he can find it, from Greek philosophers to Judaism to Persia Leggi tutto
Italians only produce good philosophy if they are clinically insane or excommunicated from the Catholic Church. Happy to say Pico is both.
"The deadly and monstrous persuasion has invaded practically all minds, that philosophy ought not to be studied at all or by very few people; as though it were a thing of little worth to have before our eyes and at our finger-tips, as matters we have searched out with greatest care, the causes of th Leggi tutto
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