

Sinossi
È l'ottusa, spudorata tenacia con cui cerca l'attenzione dei padroni a definire il carattere di Gina, «avanzo di canile municipale» tenero e sproporzionato, in cui emotività e furbizia paiono incarnare l'essenza stessa della femminilità. Una sera, davanti a una sua specie di possessione, il narratore e la moglie credono di assistere a un evento cruciale. Potrebbe essere un'epifania, invece non offre alcun insegnamento, o loro sono refrattari a coglierlo. Vivere, d'altronde, significa alimentare la confusione, accorgersi che l'inconsapevolezza cresce giorno dopo giorno. Di fronte all'esistenza, non si può provare altro che stupore panico. In fondo, come i cani di d'Annunzio nella poesia che apre il romanzo e ne è il filo rosso, gli esseri umani sono «stupidi e impudichi», e al pari del vecchio poeta capiscono infine di non essere nulla. Tra conversazioni domestiche, uccellini in gabbia, passeggiate sui marciapiedi reggendo un guinzaglio e scatole di farmaci la cui «profonda giustizia» ripara dal disordine senza rimedio del mondo, l'autore costruisce un romanzo digressione... Introduzione di Sandro Veronesi.
- ISBN: 8806249967
- Casa Editrice: Einaudi
- Pagine: 160
- Data di uscita: 13-07-2021
Recensioni
Una lenta, inesorabile, vagamente noiosa successione di pensieri, citazioni (basho, hillman, dante, pontormo, d'annunzio, beckett, ovidio, petrarca...), dialoghi coniugali, elenchi medicinali, presunti pensieri canini. Un libretto di quasi 20 anni fa, prontamente ristampato in occasione dello Strega Leggi tutto
Non ci siamo proprio. Un libro in cui abbiamo un protagonista che narra come se fosse uno scrittore e, non si capisce, se lo sia. Alla fine del romanzo viene riportato il suo quaderno dove scrive commenti e spiegazioni su diversi autori e artisti e sembrerebbe voler sottolineare l’impulso poetico d Leggi tutto
"qui giacciono i miei cani gli inutili miei cani, stupidi ed impudichi, novi sempre et antichi, fedeli et infedeli all'ozio lor signore, non a me uom da nulla. rosicchiano sotterra nel buio senza fine rodono gli ossi i loro ossi non cessano di rodere i lor ossi vuotati di medulla et io potrei farne
Incipit L’altra notte Gina, la nostra cagna bastarda di tre anni, ha passato un paio di minuti davvero complicati. Un brutto momento, non c’è che dire. I cani del nulla Incipitmania
Bel libro che richiede attenzione nella lettura e qualche approfondimento per chi non ha conoscenze di letteratura . Consigliato ma non per tutti
"Tutte cose che faccio, questo prendere nota di cose ambiguamente memorabili e questo ripensarci su, nel tentativo vano di opporre un argine al disordine che sento dilagare dentro di me, di giorno in giorno, e che sembra davvero irrimediabile." (p. 67)
Eh!?! Non ho capito assolutamente nulla!
Abbastanza disordinato, è più un commento a una poesia di D'Annunzio intervallato da riflessioni ispirate dalla cagna Gina e dal paragone tra l'uomo e l'animale. Eccezion fatta per alcuni periodi, non mi è piaciuto granché.
Trevi sceglie D'annunzio e Pasolini come riferimenti nella letteratura italiana, andando in cerca proprio di un legame fisiologico tra i fatti della vita e le parole con cui la si racconta. Va proprio a cercare un’impossibile radice di questa relazione, non so come dire. Quando parla della trascrizi Leggi tutto
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