Sinossi
"Altro nulla da segnalare", il libro che ha vinto all'unanimità il Premio Italo Calvino 2021, è un testo raro, prodigioso. Al centro, le storie struggenti dei «paz»: i pazienti - o i pazzi, direbbero i più - dei servizi psichiatrici nati subito dopo la chiusura dei manicomi: uomini e donne che si ritrovarono improvvisamente liberi nel mondo, o che nel mondo non sapevano più come abitare. Le storie a cui dà vita Francesca Valente ruotano sempre attorno a punti luminosi: dettagli, pensieri, eventi; non mirano mai a raccontare le vite dei personaggi, cercano piuttosto il cuore pulsante della loro umanità: perché è lì, in quel frammento di memoria che li riguarda, portato alla luce ma irriducibilmente oscuro, che può essere racchiusa ogni prospettiva d'universalità. «Occhipinti, insonne, insisteva nell'ordinare champagne: le ho portato in sostituzione dello stesso dell'acqua, ma ha dimostrato, rovesciandomela in testa, di non gradirla. Tutti gli altri signori ospiti hanno dormito, tranne la signora Agosta, che continua ad andare al gabinetto e spacca tutto. Altro nulla da segnalare». «Altro nulla da segnalare» è la formula di rito con cui, nei primi anni Ottanta, si chiudevano i rapportini quotidiani degli infermieri del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell'Ospedale Mauriziano di Torino, uno dei primissimi esperimenti di «reparto aperto» subito dopo la promulgazione della Legge 180. Chi finiva il turno riferiva con semplicità a chi lo iniziava quanto era avvenuto nelle ore precedenti: cose ordinarie e straordinarie. Episodi comici, tragici, feroci. In quelle note «c'era un'umanità che raccontava un'altra umanità, con benevolenza e un sincero sforzo di comprensione. Spesso erano entrambe umanità dolenti». Partendo proprio dai rapportini, e dai racconti fatti all'autrice dallo psichiatra del reparto Luciano Sorrentino - che un giorno è andato a casa sua affidandole uno scatolone pieno di tutte le carte che aveva accumulato negli anni -, Francesca Valente ha dato vita a un testo senza paragoni, dove il confine tra documento e scrittura letteraria è sempre mobile e indefinibile. A ogni pagina si avverte che la sua penna cerca qualcosa, mentre insegue le storie di pazienti, medici, infermieri, a partire dalle tracce a disposizione. Qualcosa che miracolosamente trova e ci mette davanti agli occhi. «Perché le tante persone passate per i repartini hanno lasciato minuscoli frammenti: il resto è in un cono d'ombra. E perché ognuna di queste storie è una possibile versione di qualcosa che è accaduto realmente, una fotografia ricomposta di una vicenda individuale e collettiva».
- ISBN: 8806252666
- Casa Editrice: Einaudi
- Pagine: 224
- Data di uscita: 19-04-2022
Recensioni
”Altro nulla da segnalare” , è così che si chiudevano molti telegrafici resoconti che gli infermieri del repartino psichiatrico dell’ospedale Mauriziano di Torino presentavano al dottor Sorrentino. Sono tanti piccoli frammenti che fermano un gesto, una scena, una situazione, come istantanee dai color Leggi tutto
Tra la documentazione -interessante- dei rapportini degli infermieri e le esperienze dei pazienti, tante (troppe?) pagine di narrazioni umane e situazionali che stressano parecchio la lettura e tendono purtroppo a romanticizzare più che umanizzare un periodo critico della gestione dei pazienti psich Leggi tutto
Ero indeciso se dare 3 o 4 stelle, ma poi ho preferito 4 soprattutto per il racconto dedicato a Carlo Colnaghi, al suo rapporto tormentato con l’arte e la vita che tanto mi ha ricordato il “Lenz” di Büchner - non nomino Büchner a caso perché Colnaghi con Segre lavora a una rappresentazione di “Woyze Leggi tutto
Le premesse per essere un libro interessantissimo c'erano tutte, ma nonostante l'interesse professionale per tutto ciò riguarda la salute mentale e la storia del trattamento in Italia, non mi è piaciuto. L'ho trovato debole e frammentato, soprattutto a livello di struttura narrativa. Vengono alterna Leggi tutto
Difficile parlare di questo libro. A tratti, soprattutto nelle prime storie dei paz, sono stato tentato di mollarlo. La scrittura era poco chiara, tendente a un "lirico" non tanto riuscito e, come riportato anche da altri, mi sembrava volta a romanticizzare un po' la figura del paziente che si serve Leggi tutto
Un libro corale che da voce alla voce dei Paz. che in queste pagine acquistano la libertà di parlare, di vivere, di raccontare e rendersi visibili. Sono pagine che ti turbano, che ti risuonano nella mente e nel cuore, ogni parola ti entra sotto pelle. Francesca Valente in Altro Nulla da segnalare ra Leggi tutto
Un libro davvero molto interessante, scritto in un linguaggio che a tratti è quasi flusso di coscienza, sempre con dolcezza e attenzione e senza giudizio né pietà. I rapportini sono uno scorcio diretto sul repartino ed è bellissimo poterli leggere. Mi è piaciuto anche poter andare a cercare informazi Leggi tutto
Non ho mai letto una descrizione dell’amore così vera come quella descritta nel capitolo “Alma”. Ho finito questo libro in due giorni, non per arrivare ad una “conclusione” ma per le emozioni che vivevo scorrendo le pagine. Una sensazione inebriante, mi ha drogato. Lo consiglio ai sensibili di cuore Leggi tutto
Il romanzo narra, partendo dai "rapportini" scritti dagli infermieri, l'umanità di uno dei primi "reparti aperti" d'Italia tra il 1980 e il 1984, conseguenza dell’abolizione degli ospedali psichiatrici e dei manicomi a seguito della legge Basaglia. Vincitore all'unanimità del Premio Calvino 2021 e de Leggi tutto
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