Dal conflitto in Ucraina alla repressione interna: 30 libri per capire la Russia dell’era-Putin

La Russia contemporeanea è molto diversa da quella che spesso celebriamo, parlando dei classici della letteratura e dei suoi grandi protagonisti e personaggi.

Dopo l’invasione dell’Ucraina, il conflitto aperto che ha generato e che dura ormai da anni, il paese vive anni difficili, anni di paura e costante tensione (anche per i paesi europei che confinano con l’ex Urss, e non solo).

Con l’arresto, il confino e la morte di diversi dissidenti politici, tra cui l’ultimo, il 16 febbraio, Aleksej Naval’nyj – che era in carcere da tre anni ed era considerato il principale oppositore del presidente Vladimir Putin, non si può non definire complessa la situazione dell’ex repubblica sovietica.

Senza dimenticare che dal 15 al 17 marzo si terranno in Russia le elezioni presidenziali, dall’esito scontato… Boris Nadezhdin, unico candidato di opposizione, è infatti stato estromesso dalla corsa per presunte firme false in suo sostegno.

Vista la complessità del quadro, abbiamo voluto proporre una selezione di testi che raccontano le contraddizioni della Russia di oggi e che ci aiutano a capire il difficile presente, tenendo conto della vastità del Paese, della grandi differenze economiche interne, e dei passaggi storici che l’hanno condotta fino a questo momento.

Saggi, inchieste giornalistiche, biografie e graphic-novel che provano a fotografare il reale, attraverso autori e autrici russi, che – in alcuni casi – hanno scelto di emigrare o fuggire dalla loro terra, o a cui l’aver raccontato la durissima realtà della Russia contemporeanea è costato la vita (come non citare la giornalista Anna Politkovskaja, firma della Novaja Gazeta, assassinata nel 2006?), e le voci internazionali, di chi conosce e studia un luogo e un popolo dalla lunghissima e affascinante storia.

Anche perché non mancano le novità in libreria, a partire da Putinstan – Come la Russia è diventata uno stato canaglia (Chiarelettere), spietata analisi del potere in Russia firmata da Giorgio Fornoni, grande inviato di guerra e giornalista di Report (non a caso la prefazione è di Milena Gabanelli).

E tanti altri si potrebbero citare: da La scommessa di Putin – Russia Ucraina i motivi del conflitto nel cuore dell’Europa di Sergio Romano, edito da Longanesi, al saggio L’Ucraina e Putin tra storia e ideologia di Andrea Graziosi, edito da Laterza.

Fino ad arrivare a Proteggi le mie parole (e/o), in cui sono raccolti gli ultimi discorsi pronunciati nelle aule dei tribunali dai dissidenti del regime di Putin, pochi minuti prima della condanna. Nel 2022, non a caso, il Premio Nobel per la pace è stato assegnato all’associazione Memorial, che in Russia si batte per la denuncia e il ricordo delle violazioni dei diritti umani. E in questo libro ci sono persone che hanno avuto occasione di pronunciare ben più di un’ultima dichiarazione. Il record probabilmente appartiene proprio a Navalny, contro il quale sono stati intentati almeno 10 procedimenti, e il cui discorso del 15 marzo 2022, qui presentato, è stato letto da remoto, poiché Navalny si trovava già in carcere:  «”Imputato Navalny, può fare la sua ultima dichiarazione”. Se mi avessero dato dei soldi ogni volta che ho sentito questa frase, sarei ricco da un pezzo anche con il crollo del rublo.Tutte queste “ultime” dichiarazioni mi divertono persino, lo confesso. “Se è davvero l’ultima dichiarazione, perché non fa che parlare e parlare e parlare e parlare?”: qualcuno che sgrana gli occhi e lo pensa ci sarà sicuramente. Sarò franco: all’inizio di questo processo ho pensato seriamente di rinunciarci, alla mia ultima dichiarazione. Quante volte può essere l’ultima, eh? Poi ho deciso di farla comunque».

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