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Scarica il nuovo numero della rivista Il Libraio e sfoglia lo “speciale estate 2021”

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La storia è di chi la racconta

Da quando ha dovuto rivedere le sue abitudini, il mondo legge di più e male non fa. Gli scienziati confermano che leggere riduce lo stress, sviluppa le capacità analitiche, migliora la concentrazione, allontana l’Alzheimer, amplia il vocabolario e la capacità di scrivere e rende più felici. Ma c’è libro e libro. Alcuni sono più libri di altri. Si è già notato l’anno passato che i romanzi di maggior successo in Italia spesso si pubblicano al Nord ma si scrivono al Sud. L’inverno dei Leoni, così come I Leoni di Sicilia, sono esemplari di questo fenomeno. Difficile trovare altrove quell’intensità e quella convivenza di fortuna e tragedia, meschinità e grandeur, puzze e profumi, raffinatezza e violenza, colori e squallore, che pervade l’isola di Stefania Auci e i suoi romanzi. La cultura occidentale dominante è governata dal PIL. Non appartengo al novero di quelle persone che misurano solo così il grado di civiltà. Sono convinto che in Sicilia, senza nasconderne tutti i problemi, ci sia una diversa civiltà. E questi due romanzi ne sono un esempio. Leggendo L’inverno dei Leoni mi sono divertito come con il primo, ma ho anche imparato a vedere la storia d’Italia da una diversa prospettiva, quella siciliana. È una storia molto diversa da quella dei miei studi universitari. Certamente i siciliani hanno commesso i loro errori, ma trovarsi dall’essere al centro del Mediterraneo a essere al margine della nuova nazione e poi ancora della stessa Europa mentre lo sviluppo delle ferrovie favorisce le aree continentali a scapito delle isole sicuramente ha reso molto difficile la vita agli imprenditori isolani dei quali i Florio, le cui attività raggiungevano ogni angolo del mondo, sono stati per decenni l’emblema. È incredibile la competenza con la quale, mentre sviluppa un romanzo travolgente con personaggi ben caratterizzati – tra tutti svetta Franca Florio – Stefania Auci si muove con disinvoltura anche nelle questioni romane dei primi anni del Regno d’Italia, laddove già allora politica e finanza decidevano delle sorti delle popolazioni. Se non lo avete ancora letto vi invidio. Perché quel tempo che ho passato immerso in questa pienezza io ce l’ho alle spalle e voi lo avete ancora davanti. L’Italia è lunga.

A centro rivista troverete l’incipit di Ragazze smarrite di Marco Vichi, scrittore da seguire assiduamente, del centro Italia, e l’incipit di Un bello scherzo di Andrea Vitali, il Camilleri del Nord come è stato definito per le sue storie ambientate a Bellano anziché a Vigata. Già dalle prime righe capite di trovarvi di fronte a due maestri e non sapreste cosa preferire tra l’acume del commissario Bordelli e l’umanità del maresciallo Maccadò. È tempo di scegliere cosa mettere in valigia. Con lo Speciale Estate andrete sul sicuro. Il Libraio vi aiuterà a non sbagliare. Investite mezz’ora a sfogliarlo per non trovarvi poi in cattiva compagnia per ore quest’estate. Tutti questi libri sono stati selezionati pensando a voi. Soprattutto romanzi scelti con cura, privilegiando la capacità di rapire, raccontare, portare via il lettore posandolo dolcemente in un altro mondo, in un’altra vita. È questa capacità che ha sempre privilegiato nelle sue fortunate scelte anche l’amico e socio Luigi Spagnol, scopritore di grandissimi bestseller, scomparso troppo presto un anno fa. Per ricordarlo Longanesi ha raccolto i suoi scritti sull’editoria, sulla letteratura, sull’arte e sulla musica che ne testimoniano l’eclettismo, la curiosità e l’acume. Ma quel che mi preme è ricordarlo oggi a voi lettori, perché per voi ha sempre avuto uno straordinario rispetto, del tutto ricambiato, che gli ha consentito di mettere nelle mani di milioni di persone i suoi bestseller.

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