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“Come scrivere un racconto” secondo Gordon Lish

Gordon Lish

Gordon Lish – noto a tutti per i motivi più sbagliati – ha scritto fra le cose più affascinanti che siano state prodotte negli ultimi dieci anni”. Così Don De Lillo presenta l’uomo che ha contribuito a rivoluzionare il genere del racconto, lo scrittore ed editor americano Gordon Lish.

Il suo nome è noto ai più per via della sua attvità di editor, che lo ha portato a incrociare il cammino di Raymond Carver e a prosciugare la sua prosa, dimezzando la lunghezza dei suoi racconti e dando vita a un nuovo genere letterario: il minimalismo.

Le opinioni sul ruolo avuto da Lish nell’opera di Carver sono molteplici, tra chi gli attribuisce il merito di aver dato il via al minimalismo americano, e chi invece lo critica per aver eccessivamente snaturato, tramite i suoi interventi, i racconti dello scrittore.

Ma cerchiamo di evitare lo sbaglio a cui si riferisce Don De Lillo (che apre il suo romanzo Mao II proprio con una dedica a Lish): guardiamo oltre questa vicenda, che seppur nella sua importanza è solo una piccola parte di chi è davvero Gordon Lish.

Nato nel 1934 a Hewlett, nello stato di New York, diviene direttore della sezione narrativa di Esquire e poi della casa editrice Alfred A. Knopf. Scopritore di talenti quali Richard Ford e Barry Hannah, ha poi parallelamente intrapreso anche la carriera da insegnante, tenendo lezioni all’Università di Yale, New York e Columbia.

Si aggiunge ora un altro tassello per scoprire Lish come scrittore grazie a Come scrivere un racconto (Racconti edizioni, a cura di Stefano Friani con la prefazione di Francesco Guglieri e la traduzione di Roberto Serrai). Un libro interessante per chiunque sia interessato al genere dei racconti e in termini più ampi alla scrittura, un’opera che spiega i meccanismi della narrazione utilizzando le armi della narrazione stessa.

Un racconto che parla di racconti: nello specifico sono trentuno, storie che al loro interno mostrano tutti i trucchi della narrazione, raccontando al lettore di cosa si sta scrivendo e come scriverlo al meglio. L’io narrante interpella direttamente chi legge, ne richiama l’attenzione, finisce per suggerirgli chiavi di interpretazione, domandandogli cosa è vero e cosa no.

Ma non è tutto qui: all’interno di queste storie si muove a piacimento un’elusiva prima persona che percorre tutta una vita passata fra libri, amori e disamori, dall’infanzia newyorkese alla maturità accanto a una moglie malata. In questo libro c’è quindi anche spazio per la vita personale di Lish, una figura mutevole e in continuo cambiamento.

Come spiega l’editor della narrativa straniera Einaudi Francesco Guglieri nell’introduzione di Come scrivere un racconto, quando si parla di Lish “si ha sempre la sensazione di guardare un orologio senza quadrante, in cui gli ingranaggi sono in bella vista e girano così velocemente che formarsi un’immagine (una verità) stabile, non destinata a sciogliersi e contraddirsi nell’immagine (nella verità) successiva, è quasi impossibile. È la stessa sensazione che proverete leggendo i suoi racconti: quella di gettare lo sguardo in una stanza piena di specchi. In un lampo riconoscerete il loro autore, in un riflesso improvviso vi si parerà uno sconosciuto, in una scheggia ritroverete voi stessi in una luce diversa”.

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