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Perché è importante continuare a leggere anche i libri che non ci piacciono

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A nessuno piace leggere libri brutti. A nessuno piace spendere energie, soldi e tempo dietro a una storia che non si rivela all’altezza delle aspettative. Ma è altrettanto vero che a nessuno (o quasi) piace l’idea di lasciare un libro a metà. La difficoltà di arrendersi davanti a un testo che non sembra convincerci e l’incapacità di definirlo “brutto”, è un’esperienza comune a molti lettori. O meglio: un libro può essere giudicato negativamente, ma solo dopo averlo letto tutto, fino alla fine.

E invece non c’è niente di male ad ammettere che i libri che non ci piacciono andrebbero semplicemente abbandonati, a dire “non l’ho finito”. È come se il lettore soffrisse di un vero e proprio senso di colpa nei confronti delle storie e delle parole scritte. Come se non fosse capace di lasciarle sospese (o, nel caso in cui decidesse di farlo, si vergognasse di dichiararlo).

Eppure, i libri evitabili non mancano, per ragioni diverse: una struttura poco solida, una trama non coinvolgente, uno stile sciatto. È chiaro che si tratta di considerazioni personali, ma del resto, almeno in questo caso, sono le uniche che contano.

Senza considerare un altro fattore non trascurabile: se la lista (reale o immaginaria che sia) dei libri da leggere è sempre più lunga, allora perché ci si ostina a restare su un testo che – ormai l’abbiamo capito e possiamo dirlo – è brutto? Oltre al codice morale del lettore, potrebbe esserci un altro motivo che ci spinge oltre il limite di sopportazione. Forse leggere un libro brutto è fondamentale per imparare a conoscere i nostri gusti, per capire cosa cerchiamo in una storia e perché quel determinato autore, al contrario, ci è piaciuto così tanto. Forse sono proprio questi libri a permetterci di affinare le nostre capacità critiche e definire la nostra identità di lettori.

Conoscere cosa ci piace e cosa vogliamo evitare non è scontato; non è banale essere in grado di orientarsi in una libreria e dirigerci naturalmente verso un settore piuttosto che un altro. Come si legge su Bustle, probabilmente i libri brutti ci portano ad amare la lettura ancora di più perché, per contrasto, ci fanno capire quanto sia bello leggere.

 

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