Fabio Pozzo

L'Oceano aveva una morbidezza, una consistenza così delicata che mi sembrava d'essere parte di un incantesimo. Anche i colori erano diversi. Prima, mentre le andavo incontro, l'onda m'era apparsa come un'enorme massa argentea. Poi, quando avevo cominciato a surfarla, s'era fatta d'oro, così come il cielo. Quando, infine, mi c'ero trovato dentro, s'era tinta di un azzurro che era diventato sempre più scuro. E in quel momento mi ero sentito in Paradiso.

Mi soffermo a guardare le onde che arrivano di poppa. Passo ore intere a osservarle, seduto al tavolo di carteggio. Non ce n'è mai una uguale all'altra... Le onde si comportano come gli esseri umani: alcuni ti aiutano ad avanzare, altri tentano di ostacolarti. C'è sempre una barca da governare e un oceano da attraversare nella vita.

Dopo così tanti anni – siamo ormai al settantesimo anniversario del naufragio – io mi domando perché il terzo ufficiale svedese, lasciato solo in plancia dal suo comandante, accostò a dritta di 22 gradi. Se avesse accostato a sinistra forse avrebbe fatto danni alle nostre eliche…ma certamente l'Andrea Doria non sarebbe affondata. E invece accostò a dritta. Perché? Come si può accostare a dritta in quelle circostanze? Questo è l'ultimo e l'unico mistero del caso Andrea Doria. Tutto il resto è stato chiarito, come ricostruito in questo libro. Non ci sono altri misteri.

La vela mi ha cambiato completamente la vita. Mi ha regalato viaggi, avventure, veri amici e una profonda conoscenza di me stessa. Voglio condividere la mia lunga passione per la vela e dare ad altre persone la possibilità di sperimentare ciò che rende questo sport così speciale, assicurandomi che anche loro possano far parte di una comunità sicura e accogliente per tutti.