

Sinossi
Una vecchia e gloriosa azienda tessile viene comprata da una multinazionale. Sembra che non si preparino licenziamenti, operaie e impiegate possono tirare un sospiro di sollievo. Però... Però c'è una piccola clausola nell'accordo che la nuova proprietà vuole far firmare al Consiglio di fabbrica. Chiuse in una stanza a discutere, undici donne dovranno decidere se accettare la riduzione di sette minuti della pausa pranzo. Sette minuti sembrano pochi e la delegata del Consiglio di fabbrica all'inizio è la sola ad avere dei dubbi. Ma a poco a poco il dibattito si accende e ognuna delle donne dovrà ripercorrere pubblicamente la propria vita prima di arrivare al voto. L'originale percorso di Stefano Massini nei territori del teatro politico e sociale lo riporta, in questo caso, sui binari di uno schema classico basato su un fitto dialogo a molte voci in una scena fissa. Il modello potrebbe essere quello di "La parola ai giurati", un famoso film scritto da Reginald Rose e diretto da Sidney Lumet. Come in quel film i componenti della giuria rappresentavano uno spaccato della variegata società americana degli anni Cinquanta, così in "7 minuti" emerge la complessità della società europea di oggi (la pièce è ambientata in Francia, dove è avvenuto il fatto di cronaca da cui Massini prende spunto): le undici protagoniste sono diverse per età, provenienza, esperienze di vita, paure e ossessioni; alcune più conformiste altre più ribelli.
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- Pagine: 74
- Data di uscita: 13-01-2015
Recensioni
Un piccolo gioiello, ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto in un fabbrica francese, dove ciò che brilla è la dignità, un'idea che non può fare a meno di collidere con la realtà delle cose, con i bisogni di coloro che, di necessità o di pancia, voterebbero subito "Sì, riducete pure la pau Leggi tutto
Un gran bel testo, che sarei curioso di vedere a teatro. In modo schematico e assoluto, come si conviene a un racconto che vuole essere esemplare, il consiglio di fabbrica diventa il luogo dove l'idea - o meglio l'ideologia - prevale sull'interesse e sulla realtà delle persone, dove i lavoratori - c Leggi tutto
Un libro molto corto ma estremamente significativo, scritto come opera teatrale con 11 voci differenti, che tra loro si perdono spesso, quasi a spersonalizzarsi in un'unica caratteristica: la povertà e l'estrema necessità di lavorare. Mi è piaciuto un po' tutto: la trama, la tematica, i personaggi ch Leggi tutto
Bellissima pièce teatrale, vorrei vedere lo spettacolo a teatro, se mai tornerà in scena. Un'importante azienda tessile viene comprata da una multinazionale e sembra che non siano previsti licenziamenti. Ma c'è una piccola clausola nell'accordo con la nuova proprietà: chiuse in una stanza, undici donn Leggi tutto
Ormai devo ammettere che Massini non mi delude mai ! Mai !!! Con questa pièce mi ha lasciato ancora senza parola … da anni leggo le sue produzioni e sono sempre più convinta che sia il Pirandello del nostro secolo . Consiglio : leggetelo ad alta voce .
Una sceneggiatura, un dialogo fitto fitto (ispirato a un fatto di realmente accaduto) che non può non spingere chi legge a chiedersi: “e io cosa avrei votato?”. Il dramma shakespeariano tipico, drammaticamente ancora attuale, di ogni lavoratore dipendente. Ieri come oggi.
Dignità..Paura..Buio
Bello bello bello, che dire un testo teatrale ricco di vita e punto di riflessione, trovo che ogni volta che lo si rilegge si possa trovare sempre uno spunto di riflessione nuovo
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