

Sinossi
Il primo incarico di Massimo Ammaniti al Reparto dei minori irrecuperabili dell'Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Pietà a Roma durò un giorno. L'orrore dei bambini che lì erano rinchiusi - confinati nelle sorveglianze, spesso seminudi, legati ai letti o ai termosifoni, abbandonati dalle famiglie - fu tale da essere insostenibile. Tornò sei anni dopo, nel 1972, per ridare a quei bambini, considerati irrecuperabili, una vita dignitosa. In due anni intensi e drammatici combatté giorno per giorno, con avveduta caparbietà, per cambiare abitudini, regole, comportamenti, spazi. Per rivestire i bambini, aiutarli a riscoprire il corpo, a riconoscere il loro nome. Per aprire i cancelli e far entrare il mondo. Fu una piccola grande rivoluzione, che si inseriva allora in un movimento più ampio di critica alle istituzioni manicomiali: sono gli anni dell'antipsichiatria, anni di grandi passioni che portarono Ammaniti vicino ai maestri Bollea e Basaglia, e poi su strade nuove e diverse, preferendo all'attivismo la ricerca e la cura. In queste pagine Ammaniti connette l'esperienza professionale alla sua vita personale e familiare, aprendosi al dolore di una ferita - una perdita - che è stata anche il movente dei suoi studi, della sua carriera, di una vita intera spesa ad aiutare i più piccoli.
- ISBN: 883010695X
- Casa Editrice: Bompiani
- Pagine: 180
- Data di uscita: 07-09-2022
Recensioni
Solo parte del libro è strettamente legata all'esperienza dell'autore nel Padiglione 8. Si tratta più di un racconto della crescita personale dell'autore contestualmente alla storia della psichiatria e delle istituzioni psichiatriche in Italia. Fatta questa precisazione...un buon libro, molto interes Leggi tutto
Scorrevole e delicato nonostante i temi trattati e i tanti riferimenti molto colti e stimolanti per chi è del settore. Un racconto/autobiografia da leggere, che ci ricorda che le cose si possono cambiare, un pezzetto alla volta.
Deludente. Il sottotitolo recita "i miei anni tra i bambini del padiglione 8", ma più di metà del libro è un'autobiografia. Dei bambini non si dice quasi niente, né delle loro condizioni reali, descritte in maniera sommaria e ripetendo continuamente che fossero inaccettabili senza entrare nei partic Leggi tutto
"L'uomo era talmente intento a pulire le lenti dei suoi occhiali per vedere meglio che correva il rischio di non guardare mai."
L'autore del libro ripercorre la sua carriera e gli anni del suo impegno nella neuropsichiatria infantile. Ho trovato la lettura interessante, una prospettiva storica ma personale sull'evoluzione culturale e sull'approccio sociale alla disabilità
Seguace non acritico di Basaglia, Ammaniti (padre di Niccolò) racconta la psichiatria infantile di 60 anni fa, la sua esperienza biennale con i bambini reclusi nel Padiglione 8, gli sforzi per migliorare le cose. Appassionante ma, nella mia opinione, troppo autoreferenziale.
Uno spaccato tra storia e autobiografia. Uno squarcio di storia tutta italiana che è stata cancellata dalle normative ma non dai ricordi di chi ha vissuto quel periodo e dalla cultura ancora stigmatizzante nei confronti della malattia mentale. Da leggere e da approfondirne il tema.
Il libro è più che altro un excursus sulla percorso professionale dell'autore. Viene certamente analizzata anche la condizione dei bambini disabili e l'evoluzione del loro trattamento negli ospedali: è strano pensare che fino a non molti decenni fa venissero considerati come degli appestati.
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