Sinossi
Che i drammatici cambiamenti climatici degli ultimi decenni siano dovuti alle emissioni antropogeniche di gas serra è un fatto acclarato, che non suscita serie controversie se non da parte di qualche sparuta setta negazionista. Quali siano le conseguenze di tale situazione è invece oggetto di discussione. Sempre più spesso si sente parlare, nei circoli accademici ma anche sui mass media, di "Antropocene". Il premio Nobel per la chimica Paul Crutzen, che ha coniato il termine, intende con esso una nuova era geologica in cui le attività umane sono diventate il fattore determinante, decretando così la fine dell'Olocene. L'umanità come un tutto indifferenziato (e colpevole) da un lato, l'ambiente incontaminato (e innocente) dall'altro. Jason W. Moore rifiuta questa impostazione e parte dal presupposto che l'idea di una natura esterna ai processi di produzione non sia che un effetto ottico, un puntello ideologico su cui si è appoggiato il capitalismo. Al contrario, il concetto di ecologia-mondo rimanda a una commistione originaria tra dinamiche sociali ed elementi naturali che compongono il modo di produzione capitalistico nel suo divenire storico, nella sua tendenza a farsi mercato mondiale. Il capitalismo non ha un regime ecologico, è un regime ecologico. Sfruttamento e creazione di valore non si danno sulla natura, ma attraverso di essa - cioè dentro i rapporti socio-naturali che emergono dall'articolazione variabile di capitale, potere e ambiente. Si tratta dunque di analizzare la forma storica di questa articolazione - ciò che Moore chiama "Capitalocene": il capitale come modo di organizzazione della natura - per fronteggiare l'urgenza dei disastri ambientali che ci circondano
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 173
- Data di uscita: 04-05-2017
Recensioni
Each of the essays in this edited book was a pleasure to read - many interesting and new (to me) ideas related the topics of capital, power and nature. Moore's world-ecology, cheap nature, and the Capitalocene were well teased out with contrasting concepts like Haraway's Chthulucene or McBrien's Nec Leggi tutto
This was a pretty good volume deconstructing the recent move to rename the current geological epoch (the Holocene) "the Anthropocene." The essays by Eileen Crist and Justin McBrien were the best, in my opinion, with Jason Moore's article also being good. If it had just been these essays, I would hav Leggi tutto
2.5. I feel as if I just read a book of opinions; with some theories scattered around. The main point of the book is to recommend changing the term Anthropocene, which glorifies human transformation of geology and ecology, for capitalocene, which states the destruction that the desire for increasing Leggi tutto
Al ser una recopilación de articulos/ensayos, el lector encontrará variedad. De cualquier a forma, a mi modo de ver, la variedad no es necesariamente buena, especialmente cuando implica escritos como el de Crist, el cual parece me parece disparatado y al mismo tiempo escritos como el de McBrien que Leggi tutto
Un libro di rara bruttezza. Seppur d’accordo con le tesi dell’autore, la lettura è stata una vera tortura
The title of the book seems to indicate to the reader that this book is a comprehensive "state-of-play" of the current state of the world, and discuss the choice of either Anthropocene or Capitalocene as the current geological era. This book is not that. Such a book would be at least three times the Leggi tutto
This is a terrific book. Its major contribution seems to consist on the promotion of a deeply nuanced perspective on the problematics of naming our geological time The Anthropocene and giving space to a marxist overview of the ecological disaster our world is currently facing. A critical reading of
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