Sinossi
Una mattina di fine estate, in un Giappone di un'era imprecisata, la direttrice dell'Istituto Gokuraku, Sada, e la sua assistente, Yuki, prelevano da una vecchia casa una bambina rimasta orfana: la piccola Sumiko. Presto si accorgono che Sumiko non intende parlare, mangiare, interagire con niente e nessuno; i suoi occhi sono persi in un punto indefinito davanti a sé, su qualcosa che sembra nulla. Anche Yuki, venticinque anni prima, è stata ospite dell'istituto: privata dei genitori, è stata sottoposta a un programma di accudimento materno artificiale il cui fallimento ha generato dei "bambini difettosi", confinati in istituto sotto la guida e le cure soffocanti di Sada. Yuki dovrebbe essere la tutrice di Sumiko, ma viene risucchiata nella spirale dei suoi silenzi e della sua fissità, trascinata in una "zona pericolosa", uno spazio interiore frammentato da cui pensava di essere uscita per sempre. Sumiko si rivelerà essere custode dei segreti del passato e dei traumi di Yuki, ma anche la sua possibilità di salvezza.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 249
- Data di uscita: 14-04-2016
Recensioni
Ho avuto un approccio difficile con questo libro e con lo stile dell'autrice. All'inizio l'ho trovato oscuro e pretenzioso, poi mi sono resa conto che Viola Di Grado non usa mai le parole a caso, le sceglie e le mescola con cura. Bambini di ferro è un libro di testa, non di pancia, che ha bisogno di Leggi tutto
Uno spunto originale e una scrittura di ottima qualità, direi sorprendente per l’assoluta padronanza degli stilemi e delle atmosfere tipici della lettatura giapponese, senza per questo risultare posticcia o artefatta e che, per stile e tono, mi ha ricordato quella di Yoko Ogawa. Tuttavia, man mano ch Leggi tutto
Un racconto profondo e simbolico, testimone e profeta di un tempo in cui l'amore materno è somministrato come un farmaco Ma qualcosa va storto, e come si può poi rimediare ad un errore che ha distrutto la psiche di bambini indifesi, e li ha privati per sempre del loro futuro?
Libro strano e straniante, atmosfere alla Ishiguro, ben fatto, ben scritto, idea buona, distopia convincente, eppure gli manca qualcosa. Forse l’empatia, talmente assente che è impossibile anche per noi provarla. Comunque la Di Grado è un’autrice che vale la pena continuare a seguire.
Piccolo capolavoro. Ben scritto, trama originale. Viola di Grado nuova e bellissima scoperta.
5+
Un racconto che parla di solitudine, abbandono, attaccamento, affetto, malattia... Parla di tante cose questo testo della Di Grado, che usa una lingua semplice per raccontare un mondo, quello del Giappone, che sicuramente conosce bene, senza fronzoli, senza infilarci fastidiosi stereotipi. La storia Leggi tutto
Mi spiace ma non mi è piaciuto affatto e lo salvo soltanto per lo stile di scrittura asciutto (per non dire freddo e quasi asettico) dell'autrice, che senz'ombra di dubbio si adattava benissimo alla storia narrata, e per la ricchezza di riferimenti al buddismo. Il problema per me è stata la storia: p Leggi tutto
Citazioni
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