

Sinossi
Milano, 1969. Università occupate, cortei, tensioni nelle fabbriche. Il 12 dicembre la strage di piazza Fontana. Alberto Boscolo ha vent'anni, viene da una famiglia normale, né ricca né povera, è iscritto alla Statale ma vuole di più. Vuole realizzare un proprio progetto politico. Deluso dall'inconcludenza del Movimento Studentesco, si avvicina a quello che di lì a poco sarà il nucleo delle Brigate Rosse. I mesi passano, Alberto partecipa alle azioni dimostrative, alle rapine di autofinanziamento e al primo attentato incendiario, ma il suo senso di insoddisfazione non si placa. Vuole agire sul serio. Il gruppo organizza il sequestro lampo di Idalgo Macchiarini, un dirigente della Sit-Siemens, e lo sottopone al primo processo proletario. «Mordi e fuggi », scrivono i brigatisti. La stampa batte la notizia; nei bar degli operai non si parla d'altro, le Brigate Rosse sono pronte ad alzare il livello dello scontro. In una metropoli nebbiosa, violenta e indimenticabile, Alessandro Bertante dà vita a una vicenda umana tumultuosa e vibrante, nella quale, intrecciando fiction e cronaca, vediamo scorrere i fatti cruciali che innescheranno la tragica stagione degli anni di piombo. Un romanzo che non cerca facili risposte ma che apre nuove domande su uno dei periodi più drammatici della recente storia italiana.
- ISBN: 8893884690
- Casa Editrice: Baldini + Castoldi
- Pagine: 208
- Data di uscita: 20-01-2022
Recensioni
Nella mente di un brigatista Dal 1969 al 1972: la nascita delle Br e, soprattutto, i pensieri di un ventenne che vive negli anni in cui l'esistenza aveva senso solo nella militanza. Bertante restituisce un quadro psicologico preciso di un’epoca in cui cresce la tensione tra Stato e società civile. L’od Leggi tutto
In Italia il 1969 è considerato un anno spartiacque: la strage di Piazza Fontana (12 dicembre) e la morte di Pino Pinelli rappresentano il culmine di una violenza che nel paese porterà ad una lunga stagione di terrore, i così detti “Anni di piombo”. Attraversata da una enorme crisi politica e all’in Leggi tutto
“Gli anni Sessanta ci avevano raccontato che potevamo avere tutto, che il mondo stava cambiando e che saremmo stati proprio noi la generazione motore del cambiamento. A quella promessa ci credevamo, eravamo certi che stesse accadendo qualcosa, era nell’aria ed era ovunque ti girassi, potevi sentirla Leggi tutto
È molto difficile per me criticare questo libro, perché nonostante gli anni della militanza siano lontani, riconosco gli sprazzi di quella speranza ardente e di quell'incrollabile fiducia nella """"rivoluzione""". Non paragono il mio fulmineo e tutto sommato gentile attivismo universitario con l'att Leggi tutto
C’è chi dice che per raccontare gli anni bui delle Brigate Rosse bisogna documentarsi meglio. Io penso invece che questo libro un po’ romanzato abbia espresso molto bene quegli anni e come, prendendo una strada invece che un’altra, ognuno potrebbe pensare come i brigatisti. Bravo Bertante !
Il primo aggettivo che mi viene in mente è: interessante. Non è il termine che si cerca quando si legge un romanzo, ma questo è un romanzo particolare, quasi un saggio sul pensiero rivoluzionario(?)Terrorista(? )Estremista(? ) che ha sconvolto la nostra vita negli anni settanta. Alberto si muove nel Leggi tutto
Un brutto libro. Un libro che svela che non è il valore letterario che permette l’accesso alla dozzina dello Strega
Il popolo è sempre muto, la storia di tutte le rivoluzioni è la storia di un manipolo di esaltati che cerca di spezzare questo luttuoso silenzio. Dal punto di vista narrativo è scritto molto bene. Una successione dei fatti avvincente, personaggi credibili e una dose di suggestione un po'
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