

Sinossi
«Non aspettatevi grandi avvenimenti dalle cose che andrò raccontando, fulminanti colpi di scena come agnizioni improvvise o finali drammatici o misteri iniziali che poi, a poco a poco, logicamente sgretolati dalle deduzioni di un abile investigatore, si dipanano e si mostrano in tutta la loro enigmatica chiarezza»: così ci avverte Francesco Guccini, in apertura del primo dei tre racconti che compongono questo libro. «È semplicemente la storia di una cena, e di alcuni amici; una storia di quelle quasi come le favole che ci raccontavano da piccoli, già sentita tante volte ma che amavamo ci raccontassero ancora e ancora, per il solo piacere di stare lì ad ascoltare...». E così, accompagnati dalla sua voce, seguiamo gli amici protagonisti in una notte d'inverno, mentre la neve cade, fino alla prima delle locande dove trascorreranno una notte di buon cibo e molto vino, di risate e un po' d'amore; una di quelle notti in cui l'amicizia e la sazietà aiutano a non ascoltare i presagi della vita che corre. Questa prima cena ha luogo prima dell'ultima guerra nell'Appennino tra Bologna e Pistoia, la successiva ci racconta lo stesso mondo quarant'anni dopo, l'ultima - che non è invero una cena, bensì un pranzo di mezza estate che si protrae fino a un grande falò notturno - si svolge nel giorno di un'eclissi di sole. Dai poveri anni Trenta alla disillusa fine del Novecento, passando dalle speranze dei Settanta, nelle tre compagnie di amici che si avvicendano, nei loro scherzi, nelle loro sbronze, nei cibi che scelgono di mangiare ritroviamo il sapore del nostro passato e rileggiamo noi stessi con divertimento e malinconia. Francesco Guccini inanella tre storie che diventano una sola e dà vita a nuovi, memorabili, bizzarri eroi della sua epica del tempo perduto.
- ISBN: 8809950089
- Casa Editrice: Giunti Editore
- Pagine: 180
- Data di uscita: 13-10-2021
Recensioni
«È che siamo figli del tempo in cui viviamo, dei libri che abbiamo letto, degli eventi che abbiamo vissuto, non tanto dei nostri padri.» Per cinquant’anni, le canzoni di Guccini sono state per me un riferimento costante. Sopra lui, solo Faber… Canzone per un’amica, Auschwitz, Vedi cara, Canzone de Leggi tutto
Tre Cene, dagli anni Trenta ai giorni nostri, là a Pàvana, dove il tempo sembra essersi fermato negli occhi e nel cuore di chi la vive, la abita, la descrive Guccini non smette di raccontare la vita di un paese che, nel corso dei decenni, ha visto i suoi figli crescere, partire per la leva, per la gu Leggi tutto
Lulu' - per RFS . Carissime Fenici, parlare di un libro di Guccini è sempre difficile. I suoi libri non hanno un canone preciso, personaggi, trama, antagonisti… insomma, seguono un loro libero schema che si accentua maggiormente quando questo autore non scrive a quattro mani con Macchiavelli, suo coaut Leggi tutto
«È che siamo figli del tempo in cui viviamo, dei libri che abbiamo letto, degli eventi che abbiamo vissuto, non tanto dei nostri padri.» Se si potesse dare un giudizio più oggettivo, questo libro non meriterebbe le 5 stelle che gli ho attribuito, ma forse 3 o 4. Lo stesso Guccini afferma all'inizio Leggi tutto
Non è propriamente il mio libro, forse perché me l’ero immaginato completamente diverso. Parla di tre cene (in realtà una è un pranzo) in tre epoche diverse. Si può notare come, nonostante contesto, eventi e pensieri diversi, li accomunasse il momento “cena con amici e condivisione di storie passate” Leggi tutto
Devo averlo già scritto qualche volta, ma chissene, in fondo sarebbe la sola prova contraria all’invecchiar bene anzi direi benone: io con i testi delle canzoni di Guccini ho imparato l’italiano, e anche – certamente – un certo gusto nel comunicare, farmi affascinare dal pensiero, comprendere che pe Leggi tutto
Un libro che si legge tutto d’un fiato. Lo stile unico di Guccini si riconosce dalla prima pagina. Quel suo modo minuzioso di descrivere le usanze della montagna, la ricerca di termini tipici, sono in grado di portare il lettore tra i monti e tra la gente dell’Appennino.
Ancora una volta con poesia Guccini ci porta tra i suoi monti e con garbo e schiettezza montanara descrive personaggi in maniera meticolosa riprendendo quel "rapporto personale" che ci consente di capire l'umanità vera di chi abbiamo davanti e che ormai è cosa perduta in tempo di social.
Un libro che si legge in una mezza giornata e che evoca situazioni che potremmo definire quotidiane (ma mai banali) e tradizioni che ci siamo persi per strada negli ultimi cento anni, o giù di lì. Uno veloce e malinconico schizzo di un Paese che cambia, di ideali che invecchiano (proprio come i giov Leggi tutto
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