

Non è vero che non siamo stati felici
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Sinossi
Si smette di essere figli quando si intraprende la carriera del genitore. Eppure mai come in quel momento si ha bisogno della mamma: per sapere come si fa a diventarlo a propria volta, o forse più semplicemente per non sentirsi troppo soli. E se la mamma non c’è più perché la morte ha tolto la sua carta dal mazzo, sfilarsi dall’infanzia per crescere tre bambini diventa un’avventura.
Ambientato tra la Versilia degli anni Ottanta e Novanta, Cracovia e Berlino, Non è vero che non siamo stati felici racconta, con rara incandescenza emotiva ma anche con divertita poesia, uno scombinato apprendistato. Quello che la protagonista mette in scena è una sorta di piccolo circo che si sposta per l’Europa: ha due cani (due bracchi ungheresi) e tre bambini, chiamati Gauguin, Scoiattola e Caravaggio. Non c’è cartellone, ogni sera s’improvvisa. A lei − che si rivolge per scritto alla madre, non potendole parlare − tocca il compito di scegliere il luogo e montare il tendone. Soprattutto, le tocca il numero di magia più spericolato: convincere i bimbi che il mondo sia un bel posto, a dispetto della nostalgia che le tormenta il cuore.
Heimat, dicono i tedeschi, è il posto da cui si proviene e a cui si apparterrà per sempre.
È quello il luogo che, viaggiando di stato in stato e di lingua in lingua, la piccola comunità di questo romanzo ha messo come nord alla sua bussola. Per poi rendersi conto, banalmente, che non è la geografia a dare la risposta. Heimat è la mamma: non c’è altra provenienza originaria, e dunque non c’è altra possibile destinazione.
Non è vero che non siamo stati felici è una lunga lettera − disperata, folle, sorprendente, magica − a una madre mai morta. Perché, si potrebbe dire, una mamma non muore mai: non è certo il destino, con i suoi scherzi puerili, a farci diventare orfani.
- ISBN: 8833931277
- Casa Editrice: Bollati Boringhieri
- Pagine: 240
- Data di uscita: 26-09-2019
Recensioni
Mi chiedo perché un libro come quello di Irene Salvatori sia passato quasi totalmente inosservato visto che dentro c'è così tanta bellezza, poesia e buona scrittura. "Non è vero che non siamo stati felici" è una sorta di diario-racconto, scritto dall'autrice diversi anni dopo la perdita della madre m Leggi tutto
Prendete questo libro e iniziate a leggerlo con l'attenzione che dareste all'ascolto di un dialogo; ad un dialogo che diventa (da subito) intenso, forte, duro, ed al tempo stesso divertente. Fatevi trascinare dalle parole, dalla punteggiatura, dai concetti, dalle frasi e dal racconto. Vi dico meglio Leggi tutto
Sono il fratello di Irene, nella foto a sinistra della mamma. E' un libro bello, che vi fa bene. Che serve. Poi voi avete il vantaggio di non dover piangere e vi potete anche non fermare in certi passaggi; per sentire il buco, sapendo che non si chiude. Perche' "il mio cicciotto" non te lo dice nessun Leggi tutto