Il ritorno del colonnello Arcieri
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Sinossi
Parigi, maggio 1968. Tra i passanti che osservano dal marciapiede gli studenti in rivolta invadere i boulevard c'è anche Bruno Arcieri. A Parigi Arcieri si sta nascondendo: da chi ha cercato di ucciderlo, dai ricordi, dai rimorsi, dai fantasmi del passato. Si fa chiamare Marcel, aiuta nella cucina di un bistrot e si è fatto pure crescere la barba. Ha trovato anche uno sguardo amico, quello di Marie, ma è inquieto, si sente braccato, ed è stufo di scappare. Così, quando gli «amici» gli consigliano di lasciare la città e cercarsi un altro rifugio, magari in Spagna, Arcieri non ci sta. Sì, lascerà Parigi, ma per tornare a Firenze, per saldare i conti sospesi, fare chiarezza, forse giustizia, e combattere un'altra battaglia, anche se dovesse essere l'ultima. Alla fine di un viaggio avventuroso, l'uomo che il 15 maggio 1968 scende dal treno alla stazione di Santa Maria Novella non è più Marcel, è il colonnello dei Carabinieri Bruno Arcieri. È tornato, e non per stare a guardare.
Leonardo Gori torna con questo romanzo di grande intensità al suo personaggio più complesso e amato, un servitore dello Stato critico, forte e profondamente leale; che dello Stato ha condiviso ambiguità, disastri e grandezze, finendo col portarne le stesse cicatrici.
- ISBN: 8850240082
- Casa Editrice: TEA
- Pagine: 368
- Data di uscita: 07-05-2015
Recensioni
Bruno Arcieri, in questo libro, è una vera controfigura italiana di George Smiley, fatte le debite proporzioni fra la Gran Bretagna e l’Italia, e la gloria di Le Carré e la modestia (nel senso di umiltà, non di scarsezza) di Leonardo Gori. Se Smiley è alle prese con l’impero sovietico del male, e qu Leggi tutto
Leonardo Gori non è soltanto il vincitore del premio Scerbanenco e uno dei giallisti italiani più apprezzati da critica e pubblico. È anche l'autore del ciclo dei romanzi basati sul celebre personaggio di Bruno Arcieri: prima capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta, poi ufficiale dei Leggi tutto
Arcieri ha lasciato Bordelli, è scappato nella notte, e si rifugia a Parigi. Ma continua ad indagare, per districare i fili di qualcosa di più grande di lui. A parte il motore della curiosità, rimane una certa insoddisfazione.
Difficile capire questo personaggio: ancora invischiato nei complotti nazifascisti, in antichi amori e nel vecchio lavoro, pare incapace di staccarsi dal ruolo avuto e dal periodo vissuto in gioventù. O, più che incapace, proprio riluttante. E la trama ne risente un po’.
Deludente l'epilogo sia sotto il profilo della storia di spionaggio con la frenesia della soluzione con colpo di scena (sa troppo di Dan Brown) che sotto quello delle storie personali dei personaggi a cui si è voluto trovare a tutti i costi una poesia. La prima metà del libro mi aveva fatto sperare Leggi tutto
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