

Sinossi
Ha ventidue anni, Margherita Pieracci (la Mita a cui sono indirizzate queste lettere), allorché, nel novembre del 1952, chiede a Vittoria Guerrini, che ne ha allora ventinove (e che adotterà poi, fra altri pseudonimi, quello di Cristina Campo), di poterla incontrare per parlare con lei della "Pesanteur et la grace", dalla cui lettura è uscita profondamente turbata. Comincia così, sotto il segno e nel nome di Simone Weil, un'amicizia che avrà fine solo con la morte di Vittoria, ventiquattro anni dopo, e si nutrirà di uno scambio di lettere affettuoso e costante. In questo volume vengono raccolte le 240 lettere scritte a Mita fra il 1956 e il 1975.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 404
- Data di uscita: 17-11-1999
Recensioni
La sola condizione possibile per accettare il vuoto è farne un elemento e non una condizione - dunque essere liberi. Ha tradotto Simone Weil e non dal francese al francese. Ne è stata amica per interposta madre (M.me Selma Reinherz). Basterebbe e non le è bastato, si sa. Ora a qualcuno, a qualcuna, in Leggi tutto
Cercare con altro sguardo la stessa cosa vuol dire planare impolverato su quello che è «la prima radice» ! direbbe, forse, Simone Weil. Lettura assoluta questa delle lettere a Mita.
Immensa, unica, profonda, intelligente, sofferente.
Perché la gente non conosce Cristina Campo? Le sue lettere sono un balsamo per l’anima, specie di chi in questo mondo lotta per trovare la sua nicchia. Lettere a Mita, lettere a tutti noi.
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