

Sinossi
«Chi scava il verso incontra l'assenza degli dèi»: così Maurice Blanchot dà voce a chi ha avuto il privilegio e insieme la sventura di essere colpito dall'anatema della letteratura. Blanchot scende negli abissi della disperazione di Mallarmé, indaga le contraddizioni di un Kafka annientato dalla solitudine, scandaglia l'infinito mormorio della scrittura automatica surrealista, si smarrisce insieme a Rilke e al suo Orfeo, simbolo dell'orgogliosa trascendenza poetica. Saggio di lapidaria verticalità filosofica, "Lo spazio letterario" si interroga sul significato dell'opera, sull'identità dello scrittore, sull'ispirazione poetica. Enigmi al cospetto dei quali, lo si avverte fin dalle prime pagine, Blanchot lotta come fossero i suoi demoni, con lucida ossessione, e che finisce per consegnare purificati alla loro nuda essenza. Il punto di partenza coincide con quello di arrivo, ovvero lo scacco dello scrittore: l'origine dell'opera è irraggiungibile per chi scrive e il desiderio di avvicinarne il centro diventa vocazione, imperativo, tormento, perché trascina in una regione estranea al mondo e a se stessi. Una regione in cui non si può dire «io», in cui bisogna abbandonare tutto e morire di morte anonima per dare alla luce un'opera che nel suo essere è già altro da sé. Apparso nel 1955 e ora presentato dal Saggiatore in una nuova traduzione e con uno scritto di Stefano Agosti, Lo spazio letterario ha fatto del suo autore la punta di diamante della critica letteraria del Novecento e una figura di riferimento per intellettuali come Barthes, Foucault, Lacan e Derrida. Il suo fascino non manca ancora oggi di spalancare la riflessione sulla scrittura, sul difficile ruolo di chi si trova a duellare con l'impossibilità della parola, a spingersi in quell'esperienza che è incessante ricerca e mai approdo. Cancellato l'autore, destituito il lettore, quel che resta è il silenzio dell'opera.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 303
- Data di uscita: 12-04-2018
Recensioni
Tu traccia infinita! “La terza persona significa che me stesso è divenuto nessuno, che gli altri sono divenuti altro, che là dove mi trovo non posso rivolgermi a me stesso e che chi si rivolge a me non può dire io e a sua volta è altro da sé”. Ho letto questo libro con impegno e mi ha restituito un pe Leggi tutto
In order to balance out the seven Harry Potter books I have on my page, I realized that I should probably start giving myself credit for all the smart-person reading I've done. It's just...who wants to read a review of theory when they can read a review of Harry Potter...besides Erez? So, Blanchot is Leggi tutto
Anyone who writes or is interested in writing should read this work immediately. It shocks me how little Blanchot is known and discussed (even in academia(and especially outside of france)). A figure of great thought and importance, dwelling on the margins of society (both physical and intellectual) Leggi tutto
'Ecrire, c'est disposer le langage sous la fascination et, par lui, en lui, demeurer en contact avec le milieu absolu, là où la chose redevient image, où l'image, d'allusion à une figure, devient allusion à ce qui est sans figure et, de forme dessinée sur l'absence, devient l'informe présence de cet Leggi tutto
Socrates, a man I deeply respect, hated sophists. But then again, he never read Blanchot.
este brilhante ensaio, necessariamente fragmentário, parece à primeira vista uma reflexão sobre a criação literária e artística e o poder da palavra. porém, através dos exemplos de algumas obras de mallarmé, kafka, hölderlin e rilke, encontramos algo mais profundo: a obscuridade interior inerente ao Leggi tutto
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