Sinossi
Questo libro è il racconto di una storia istriana. La prospettiva individuale di un cucciolo dell'esodo. Di chi si è visto consegnare dalla storia il "peso quasi ingombrante" di una memoria e di un'appartenenza che affidavano al rimpianto e al rancore il lessico della loro sopravvivenza. Le pagine di questo piccolo memoir tracciano, come scrive Paolo Cammarosano nella postfazione, "il percorso per una liberazione dell'individuo che sfugga a tentazioni identitarie e ad appartenenze che risalgano ad esperienze altrui e non alle proprie". Un percorso di emancipazione, un processo di sottrazioni successive che comporta un peso diverso - non meno gravoso - fatto di spezzature, abbandoni e divorzi. Fino a giungere ad un resto non più ulteriormente decostruibile. Un'appartenenza minima, non solo necessaria ma anche doverosa: "la sola appartenenza plausibile, fugace come la durata dei corpi". L'identità di struttura che Zacchigna ritrova nei tratti e nelle fattezze del cadavere della madre. È intorno al lutto per un corpo morto, più che per una terra perduta, che il senso di appartenenza trova la sua dimensione propria.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 68
- Data di uscita: 14-01-2013
Recensioni
Questo piccolo libro è un vero gioiello. Una piccola gemma preziosa, piacevolissimo da leggere. Una diversa immagine della questione dei profughi Istriani e dell'idea di identità che può aiutare ad affrontare meglio questi tempi odierni così difficili e complicati.
Il libretto di Zacchigna (Michele Zacchigna, Piccolo elogio della non appartenenza, Nonostante edizioni, 2013, euro 10) è uno di quegli scritti brevi ma densi sul quale occorre soffermarsi sulle singole parole; parole soppesate, parole che delineano, tassello per tassello, un percorso che devia dal Leggi tutto
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