

Sinossi
Quando David Remnick arrivò a Mosca nel 1988, come corrispondente del «Washington Post», le riforme di Gorbaciov erano già cominciate, ma la più importante di esse non aveva a che fare con nuovi indirizzi economici, con lo snellimento della burocrazia, con la revisione e la riduzione del potere politico rappresentato dal Partito rispetto alla società civile. Riguardava invece, come poté constatare, la verità e il suo ripristino, un'ansia e un sentimento di verità su quello che era stato il brutale passato sovietico, su quello che era il suo desolante e desolato presente. Come un irresistibile eccitante, ogni nuova rivelazione ne stimolava un'altra e presto il processo divenne inarrestabile... Questo spiega perché il ritorno della storia sia il tema di "La tomba di Lenin" e insieme l'essenza della rivoluzione che rovesciò il sistema sovietico. Durante quegli anni di radicali sconvolgimenti politici e sociali Remnick girò l'Unione Sovietica in lungo e in largo. Visitò le Terre Nere del Sud, le coste più lontane dell'impero e i lager della Kolyma, le città minerarie del Nord, le Repubbliche baltiche in fermento; andò nelle stazioni ferroviarie a parlare con i ladri e i mendicanti, con i viaggiatori; andò nei palazzi della politica, nelle lussuose residenze che ospitavano la nomenklatura del Regime e nelle semplici abitazioni degli intellettuali e dei dissidenti. Come in un grande romanzo russo, tutti avevano la loro verità da raccontare e hanno contribuito a comporre il ritratto di un popolo consapevole che la storia si andava agitando sotto i suoi piedi. Tutto ciò fa di "La tomba di Lenin", Premio Pulitzer alla sua uscita, qualcosa che va oltre il giornalismo, un contributo senza pari sul perché della caduta dell'Unione sovietica e insieme la narrazione in presa diretta di un momento straordinario nella storia dello spirito umano. Scritto a distanza di settant'anni da "I dieci giorni che sconvolsero il mondo", di John Reed, "La tomba di Lenin" ne è idealmente il capitolo mancante, tragico epitaffio della fine dell'impero sovietico, ma non, come allora ci si era illusi, della «fine della storia». Prima edizione italiana. Edizione numerata da 1 a 1000.
- ISBN: 1281519332
- Casa Editrice: Edizioni Settecolori (Milano)
- Pagine: 800
- Data di uscita: 28-05-2025
Recensioni
If you are a hard line communist apparatchik about to launch a coup d’état against those who libel World Socialism and defame the noble memory of Stalin then here is some advice: plan your coup well and don’t confuse planning with plotting. This is plotting: the traitor Yeltsin will be arrested and he Leggi tutto
just incredible - this is, without a doubt, one of the best books I've ever read. I don't have any deep interest in Soviet/Russian history, but Remnick's writing is mesmerizing. And clever - plus it contains one of the best lines I've ever read: "I'm not sure it is possible to describe just how hard Leggi tutto
This book, an account of the collapse of the Soviet Union published in 1993, humbled me in many ways. First and foremost, it's hard to come to terms with how uniformed I was during the time of periostrika. I had no idea of how Gorbachev lost his way during the transition, and Boris Yeltsin's leading Leggi tutto
I was about 100 pages into LENIN'S TOMB before I realized what this book was. I had it in my head that it would be a traditional top-down story about perestroika, glasnost and the fall of the Soviet Union, a fly-on-the-wall story in the corridors of power. What Remnick is after is arguably more ambi Leggi tutto
Citazioni
Al momento non ci sono citazioni, inserisci tu la prima!