Il gergo dell'autenticità
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Tradotto da: Pietro Lauro
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Sinossi
Una faglia a strapiombo corre lungo il pensiero tedesco del Novecento, senza transito possibile dall'uno all'altro corpo roccioso. Separa Martin Heidegger e Theodor W. Adorno, e se occorresse un attestato della sua intransitabilità, lo fornirebbe questo saggio memorabile, risalente ai primi anni sessanta del secolo scorso. Con stringenza concettuale che non lascia scampo, il francofortese Adorno orchestra l'istruttoria contro il filosofo della Selva Nera, il quale lo ripagherà con la sprezzante noncuranza riservata a un «sociologo» qualsiasi. Oggetto dell'affondo adorniano è il culto dell'esperienza genuina, che nella Germania del secondo dopoguerra aggiorna, secondo i canoni di una distinzione spirituale ormai di massa, gli stilemi elitari in voga presso ristretti cenacoli intellettuali di alcuni decenni precedenti. Sul «gergo dell'autenticità», tanto più auratico e lustrato quanto più somigliante ai messaggi pubblicitari – «sottoprodotto della stessa modernità con cui è in rapporti di inimicizia» –, cala il giudizio squalificante di «ideologia tedesca», già coniato da Marx per la filosofia del suo tempo. Ma è soprattutto su Heidegger, ossia su colui che ha conferito rango teoretico e contegno linguistico all'autenticità, che si addensano i capi d'accusa di Adorno. Ne deplora le figurazioni, il cifrario che dà la vertigine della profondità avvolgendo «le proprie parole come arance nella cartavelina», mentre incarna solo «la forma attuale della falsità». Una patologia filosofica vera e propria, tra criptofascismo, tanatofilia, nostalgia dell'origine e di rapporti sociali arcaici. «Heidegger non è per nulla "incomprensibile"... ma egli si circonda del tabù secondo cui una qualunque comprensione lo falsificherebbe subito».
- ISBN: 8833927660
- Casa Editrice: Bollati Boringhieri
- Pagine: 190
- Data di uscita: 24-03-2016
Recensioni
I have a special affection for this book, which cogently diagnoses a phenomenon with which I am all-too-familiar, living as I do in Northern California. Adorno criticizes "jargon," a misuse of language peculiar to the German Existentialists. Jargon is the use of rarefied terminology for the putative Leggi tutto
Part of the continuingly relevant subgenre of fascists wtf , this text works in parallel with Loewenthal’s work on rightwing agitators in the US during the 40s and Neumann’s analysis of the Third Reich and Horkheimer’s Eclipse of Reason arguments, here focusing on rightwing language as it appears in Leggi tutto
I bought this book a long time ago and it has sat on my bookshelves unread. I bought it for that most trivial of reasons - I simply liked the title and at that time did not realise really what I was buying. Now I have finally got round to reading it. This is essentially a long essay in which Adorno
After WW2, Germany regained its economic strength but never its spiritual and especially its philosophical might. Instead of creating great philosophy again, the meek and broken Germans just keep apologizing continuously. Their Nazi past, the war atrocities, their defeat, but also books like this ar Leggi tutto
The paragon of polemic. Adorno directs his inimitable prose and prowess toward his lifelong bete noir, and the result is philosophy written in fire.
My Favourite Martin You either love Martin Heidegger or you hate him. Those who love him embrace him with a messianic fervour that excuses otherwise aberrant behaviour (like anti-Semitism and Fascism) in the quest to salvage something of his philosophy (ostensibly of care). Of those who hate him, I ca Leggi tutto
I wish Adorno didnt structure his writing like one huge unstructured blog post. Other than that, Adornos point is simple here(and repeated constantly, to its detriment as a 180 pg book). The ideology of authenticity is the ideology of a hypostasization of a fundamentally empty and formalistic concept Leggi tutto
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