

Sinossi
Una meditazione sul senso della critica letteraria e sulla necessità della ricerca di un lessico in grado di esprimere il proprio "debito grandissimo contratto con la letteratura, un debito di conoscenza e non di consolazione". Scritta in forma di lettera all'amico Marco Lodoli, la riflessione dell'autore parte dal presupposto che il linguaggio tecnico dell'Accademia e del giornalismo culturale abbia creato una codificazione artificiosa se non mortifera della trasmissione della cultura. Il tecnicismo ha finito per allontanare la letteratura dalla sua sorgente primaria, cioè dall'uomo e dalle sue emozioni, dal dolore, dalla felicità, dalla paura. Da qui la necessità vitale di creare un linguaggio critico naturale, di trovare "le parole giuste per dire la cosa", un metodo per avvicinare il lupo, quel temibile, inafferrabile sentimento del bello che assomiglia "alla felicità e alla paura di essere vivi".
- ISBN: 8861923119
- Casa Editrice: Elliot
- Pagine: 54
- Data di uscita: 14-11-2012
Recensioni
Un breve testo assai originale, fin dal titolo, di critica letteraria. Vi si respira veramente aria nuova per accostarsi alla letteratura. Presumo che molti di noi siano stanchi di formule diventate ormai luoghi comuni, come le 'illusioni foscoliane', il 'pessimismo storico' e 'cosmico' leopardiani . Leggi tutto
Mettersi a tacere “Una vera civiltà dovrebbe essere il luogo dove tutto ciò che è più debole viene accolto e protetto”. Ideali interlocutori della lettera critica di Emanuele Trevi sono i lettori che cercano un senso nel loro essere al mondo attraverso la letteratura, in una dimensione di trasformazio Leggi tutto
"Queste istruzioni sono dedicate a tutte le persone abbastanza disturbate da proseguire il gioco per conto loro: spiando l'ombra dei lupi, delle vecchie orse, di tutte le altre bestie dalle unghie infuocate talmente rapide, talmente invisibili che se dovessimo descriverle a parole potremmo solo dire Leggi tutto
"abbiamo troppa paura del dolore e troppa fiducia nel buon senso. troppe stampelle. una vera civiltà dovrebbe essere il luogo in cui tutto ciò che è più debole viene accolto e protetto. noi dovremmo essere venuti al mondo per dividere il pane con i più poveri, far giocare i bambini e dare una cuccia Leggi tutto
Si può recensire un tramonto? Il senso della vita si nasconde tra le pieghe della letteratura, nella zona indefinita in cui s'incontrano le cose che si scrivono e le cose che accadono. Ma, se a livello emotivo riusciamo a percepire questo spazio, possiamo descriverlo a parole? Tracciare i confini di Leggi tutto
Trevi, con questo scritto, dimostra di essere un uomo che non ha nulla da dire sulla letteratura, ma che rivendica questo suo silenzio come profondità. E' vero, gran parte della filosofia novecentesca ha sottolineato il rapporto tra silenzio, morte, inesprimibile, ineffabile e poesia: ciononostante, Leggi tutto
"La nostra anima è questo, intuire e sospettare. La possibilità perenne di un’apertura. Ciò che avviene nella letteratura è il miracolo di un inchino reciproco, di uno sfiorarsi le labbra, tra l’anima e il mondo." (p. 16)
L'accademia, come è adesso, ha senso? No. Trevi rivendica l'uso del "lupo", che se ho capito bene è un qualcosa di inconoscibile ma reale nella letteratura, il suo perché.
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