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“Finché non ci ammazzano” inaugura “Americana”, la nuova collana di Black Coffee

Giovane donna afroamericana legge un libro seduta su un divano

Dare voce alla complessità del soggetto americano, raccontando come e cosa stia mutando negli Stati Uniti in termini identitari: ecco l’obiettivo di Americana, nuova collana di Edizioni Black Coffee, che debutta a giugno 2021 per riaffermare che dall’essere diversi insieme nasce la collettività.

Come ha spiegato la casa editrice, infatti, Americana unirà “storie autobiografiche e racconti dei modi in cui ciò che ci circonda – la cultura popolare, la comunità in cui viviamo – si riverbera nelle nostre vite anche quando non ce ne accorgiamo”, permettendoci di osservare “che nel Nord America, come ovunque, l’individuo muta senza sosta e con lui le categorie che pretendono di definirlo”.

A inaugurare la collana è Finché non ci ammazzano di Hanif Abdurraqib (traduzione di Federica Principi), poeta, saggista e critico musicale (e non). In quest’opera scrive di Springsteen, Nina Simone, della notte del Super Bowl in cui Prince camminò sulle acque, dei Fall out Boy, di Carly Rey Jepsen, dell’attuale generazione di rapper di colore, della scena punk, rap ed emo, come pure di Barack Obama, Serena Williams e Iverson.

Per ognuno di loro, Abdurraqib si chiede cosa abbiano significato le loro opere e cosa abbiano fatto una volta uscite fuori nel mondo. Le risposte agiscono su più livelli e, attraverso una riflessione su un disco o una performance, l’autore finisce per parlare della vita e della morte dei neri, del linguaggio dei corpi quando si è spettatori di un concerto, o della marginalizzazione che tocca ad alcuni di quei corpi, come della solidarietà garantita ad altri.

A venirne fuori, nell’insieme, è quindi una raccolta di saggi dalla sensibilità intima e politica, che con il suo carattere di speranza e di denuncia inaugura l’uso di una nuova lente attraverso cui osservare l’America di oggi.

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