Il rapporto tra genitori e figli messo a nudo in due nuovi memoir statunitensi che si soffermano sulla vita dei propri famigliari prima che lo diventassero: storie di madri, nonne e padri prima di esserlo. Attraverso le voci della figlia d’arte Nadja Spiegelman e di Amy Fusselman, entrambe da poco in libreria con “Dovrei proteggerti da tutto questo” e “Il medico della nave / 8”

La psicogenealogia, o psicologia transgenerazionale, si basa sull’assunto che la nostra identità dipende anche dal vissuto della nostra famiglia e dei nostri avi. Dopo l’italianissimo La più amata, di Teresa Ciabatti (Mondadori, secondo all’ultimo premio Strega), ecco due novità statunitensi dedicate al rapporto con i genitori.

Sembra sorgere dallo stesso principio della psicogenealogia la ricerca di Nadja Spiegelman, figlia dell’autore di Maus, Art Spiegelman, e dell’art director del New Yorker, Françoise Mouly.

genitori e figli

Nadja Spiegelman e la madre Francoise Mouly

Estenuanti conversazioni con la madre, dolorosi confronti con il passato della genitrice e chiacchiere con la nonna materna hanno portato Spiegelman a scrivere Dovrei proteggerti da tutto questo (Clichy, traduzione di Tiziana Lo Porto). Nadja, ormai ventenne, incontra Françoise bambina e poi adolescente in un excursus che la trascina a Parigi, dove viveva la famiglia materna, attraverso i racconti della madre. E così conosce una donna insicura, spaventata, incompresa dai genitori. Un’immagine della madre ben diversa da quella che conosce: impeccabile, bellissima, affermata art director e impresaria, oltre che imprevedibile, affettuosa, giocosa.

Dovrei proteggerti da tutto questo

Tramite le memorie materne Nadja incontra anche una nonna fredda, anaffettiva, dispotica. Un’identità che talvolta traspare nell’anziana signora che vive su una casa galleggiante ormeggiata sulla Senna e che Nadja teme per i giudizi che spesso esprime sull’aspetto e sul peso della nipote. Tuttavia, grazie alla ricerca sul proprio passato, la giovane donna si trova a vivere a Parigi e a far visita alla nonna più spesso di quanto credesse.

genitori e figli

Amy Fusselman

Un percorso di scoperta della propria identità tramite la ricerca delle proprie radici è alla base del doppio memoir Il medico della nave / 8 di Amy Fusselman (Edizioni Balck Coffee, traduzione di Leonardo Taiuti). L’autrice, nel primo scritto raccolto nel libro, per superare la morte del padre, raccoglie i diari scritti dal genitore durante gli anni trascorsi come medico su una nave.

Durante la stesura dell’opera Fusselman curiosamente si trova spesso ad avere a che fare con delle navi: dall’installazione dell’amico artista, fino a uno spettacolo teatrale di cui l’autrice cura il suono, passando per la nave da crociera ormeggiata sull’Hudson e visibile dalla finestra vicino a cui Fusselman scrive. Inoltre, scrivendo della morte del genitore, la scrittrice racconta anche il proprio percorso in cerca della maternità, esperienza “acquatica” per antonomasia.

Il medico della nave8 Amy Fusselman

La circolarità del tempo è un’ossessione che si ripresenta anche in 8, opera che, invece, si focalizza sulla genitorialità tanto desiderata ma che si rivela diversa dalle aspettative. Il confronto in questo caso avviene con la madre, con la quale Amy Fusselman condivide la dolorosa esperienza delle molestie sessuali.

In entrambe le opere, accomunate dall’ambientazione nello spazio (New York) e nel tempo (il presente storico degli anni Duemila con excursus nella seconda parte del Novecento), l’identità si definisce, in modo più o meno riuscito, solo dopo il confronto con i propri predecessori e il perdono delle loro mancanze. Perché, alla fine, i genitori tentano il loro meglio per proteggere i figli da “tutto questo”, come ammette Mouly alla figlia.

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