Lo scrittore Hans Tuzzi ricorda su ilLibraio.it la figura di Giuseppe Maffioli, che in tv, insieme a Mario Soldati e Luigi Veronelli, contribuì a diffondere la cultura del cibo fra gli italiani che si affacciavano al benessere. Tra l’altro, proprio come Soldati, scrittore e regista, e Veronelli, editore di raffinate pubblicazioni, anche Maffioli fu personaggio eclettico, dalle ricche sfaccettature, essendo stato attore scrittore e altro…

Che cosa collega i Chevaliers du Tastevin, confraternita enoica che si riunisce nel castello di Clos de Vougeot, a un mutilato di guerra che sulla sedia a rotelle, nelle vie di Vicenza, scaglia alla notte, in una mefistofelica ronda, i panni sporchi della buona società?

Chi li collega è Giuseppe Maffioli, nome che alle generazioni nate dopo gli anni Settanta dice poco, ma che in televisione, insieme a Mario Soldati e Luigi Veronelli, contribuì a diffondere la cultura del cibo fra gli italiani che in quegli anni si affacciavano al benessere. E, proprio come Soldati scrittore e regista e Veronelli editore di raffinate pubblicazioni, anche Maffioli fu personaggio eclettico, dalle ricche sfaccettature, essendo stato attore scrittore e altro.

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Sull’altro, troviamo notevoli particolari succulenti e curiosi in due volumi illustrati, editi da Ronzani come omaggio e memoriale nel centenario della nascita. Ed è, Maffioli, uomo che ci conferma come il Veneto di muschi e nebbie, evocato da Goffredo Parise, sia regione collegata per fibrillazioni di cieli e boschi e acque al resto d’Europa più, forse, di ogni altra regione italiana: fieramente provinciali, i veneti, (i Dogi offrivano risi e bisi agli ospiti d’alto rango della Serenissima) eppure proprio per questo a casa propria in ogni Paese del mondo.

Giuseppe Maffioli. Opere, ricette e viaggi di un gastronomo eclettico

Giuseppe Maffioli. Opere, ricette e viaggi di un gastronomo eclettico a cura di Caterina Vianello (Ronzani)

Trasferitosi con la madre nel 1931 a Treviso, dove si diplomò maestro elementare, Bepo (così per gli amici) non anticipò solamente il tema del cibo come patrimonio culturale da salvaguardare: l’inchiesta televisiva I Colli nei denti della ruspa, del 1970, denunciava l’assalto speculativo a un patrimonio naturale da difendere e preservare.

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Autore teatrale e di radiodrammi, amico di Andrea Zanzotto e Toti Dal Monte, in televisione è tra gli autori di Il mondo a tavola e, grazie anche al fisico falstaffiano, diventa una presenza familiare apprezzata dai telespettatori, ai quali rivela i segreti della ristorazione parigina e quelli delle guide gastronomiche, a partire dalla Michelin, dispensatrice di ambitissime stelle. Il cibo è la sua grande passione: delegato dell’Accademia Italiana della Cucina, dal 1960 al 1984 scrive su La cucina italiana, recensisce per l’Espresso i ristoranti del Veneto e fonda le riviste Vini e liquori, Grand Gourmet e Vin Veneto (ora Tastevin).

Fra i suoi numerosi libri, forse i più noti restano II romanzo della grande cucina (1965, Premio Berti Oscar della cucina italiana) II Ghiottone veneto (1968) e, del 1976, la Storia piacevole della gastronomia. Ma con ognuno dei dodici libri di Maffioli, dal baccalà ai formaggi, dai funghi ai vini, il curioso di buona tavola va a colpo sicuro.

Giuseppe Maffioli uomo di spettacolo

Giuseppe Maffioli uomo di spettacolo, a cura di Giuseppe Barbanti e Alessandro Cuk (Ronzani)

Che poi una personalità così eclettica e straripante, oltre a scrivere testi per la scena e la radio (e a riproporne: memorabili i suoi adattamenti teatrali dal Ruzante), lasciasse un segno come caratterista di gran classe nel cinema, non stupisce: fu, tra le molte e sempre incisive interpretazioni, il rancoroso mutilato Nicola Parigi nel Commissario Pepe, che nel 1969 Ettore Scola trasse dall’omonimo romanzo di Ugo Facco de Lagarda (altro veneto – veneziano – che meriterebbe una riscoperta, tentata oggi dalle minuscole edizioni Colibrì), fu lo spretato Davide Libretti nella Moglie del prete di Dino Risi e un viaggiatore italiano in Abissinia in Una stagione all’inferno di Nelo Risi.

Per la Grande abbuffata di Ferreri fu consulente gastronomico (come poi per il Caligola di Tinto Brass) interpretando, ovviamente, il ruolo dello chef, proprio come era stato inquietante chef in La più bella serata della mia vita di Scola.

Anche sullo schermo, dunque, diretto sempre da noti registi, Bepo si alternò fra Veneto profondo e grande mondo, accanto ad attrici come Bolkan e Loren, ad attori quali Brialy, Giannini, Mastroianni, Noiret, Piccoli, Simon, Sordi, Stamp, Tognazzi e Volonté.

Per le imperscrutabili vendette del Fato muore di diabete, a Treviso, il 3 giugno 1985.

Grazie dunque a Barbanti, Cuk e Vianello, e all’editore Ronzani, che ci permettono di conoscere meglio questo personaggio splendidamente sopra le righe e fuori dai ranghi.

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L’AUTORE – Hans Tuzzi è l’apprezzato autore, oltre che di saggi sulla storia del libro e sul suo mercato antiquario, di numerosi romanzi. Qui un’ampia intervista, dal titolo “Sono così dandy da essere ordinario”.

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