

Sinossi
«La causa degli oppressi può difenderla soltanto uno che sia anche lui un oppresso». Pare che Lucio Sergio Catilina, di nascita nobile e dalla carriera torbida, temprato nella ferocia delle guerre civili, sia approdato a questa convinzione, proclamata in una riunione segreta di suoi seguaci, quando ormai si accingeva, nell'anno 63 a.C., all'ultima, celebre, perdente battaglia contro l'oligarchia. Infiltrati vi erano anche nella sua cerchia. Così, il servizio di spionaggio agli ordini del console a lui più avverso, Marco Tullio Cicerone, prontamente divulgò quel proclama, subito giudicato come una minaccia. Fu instaurato lo 'stato d'assedio' e in tale clima si svolsero le elezioni. E Catilina fu battuto nelle urne: intreccio perfetto di strategia della tensione e gestione dei pentiti. Cicerone era giunto al vertice del potere mettendosi agli ordini dell'oligarchia. Fu perciò, come spesso i transfughi, il più implacabile avversario della 'rivoluzione'. Al culmine dello scontro non esitò a varcare i confini della legalità, illudendosi, per un tempo non breve, di poter rimanere, grazie a tale 'benemerenza', al vertice della Repubblica. Non aveva capito di essere soltanto una pedina, non un capo: gli mancava un esercito. Era suonata l'ora dei capi carismatici e delle loro legioni.
- ISBN: 8858150996
- Casa Editrice: Laterza
- Pagine: 408
- Data di uscita: 03-03-2023
Recensioni
Diciamo che il programma elettorale di Catilina era piuttosto interessante: cancella il debito, abbasso i plutocrati... noi siamo il 99% voi l'1%... "nun se fa! populista!" come dicevano gli antichi romani. Poi si organizza per vincere le primarie a console del 63 con notevoli successi in Iowa e in
È innegabile la competenza dell'autore e la precisione della conoscenza dei fatti affrontati. Tuttavia, il titolo è un po' fuorviante in quanto il fulcro del libro è come Cicerone, Sallustio e gli storici successivi (fino all'epoca contemporanea) hanno ricostruito la vicenda.
Delusione. Di Catilina e della sua politica si parla meno che poco. Si parla di Cicerone e degli storici. E' viva la sensazione di una presa per i fondelli. Si leggono pagine e pagine che ripetono le stesse cose più e più volte. Peccato.
Canfora una delusione, troppo nozionistico, si perde in continui rimandi ad altri autori, cita dati storiografici, poco fluente e non si rende interessante
Saggio interessante, ma gli stessi accadimenti sono registrati più e più volte tanto da diventare stancamente ripetitivo
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