

Sinossi
Panace di Mantegazzi, porracchia sudamericana, fico d'India, papavero sonnifero, poligono del Giappone, erba della Pampa... trasportate dal vento, dagli animali o dalle suole delle scarpe, anche nelle nostre contrade le erbe vagabonde hanno conquistato, con coraggio e vitalità, giardini, scarpate e terreni incolti. Eppure, le erbe vagabonde non hanno buona nomea: le si chiama anche erbacce, piante selvatiche, infestanti e spesso si vieta loro un diritto all'esistenza. Piante nemiche, ma davvero pericolose? Gilles Clément, paesaggista francese e inventore del «giardino in movimento», dove felicemente le coltiva, in questo libro sceglie di farne l'elogio. Di tali erbe raccontala storia, le origini, il momento del loro incontro. E spiega come l'uomo, i diserbanti, il cemento, i dissodamenti e le coltivazioni industriali abbiano permesso a queste piante randagie di insediarsi e crescere. Coniugando il talento del giardiniere a quello di scrittore, in nome della difesa della mescolanza planetaria, Clément ci consegna un'opera dove letteratura e botanica coesistono a difesa della diversità. Un libro che è insieme una filosofia del paesaggio, e della relazione tra uomo e piante, e un manuale per amare le erbe senza fissa dimora.
- ISBN: 8865483342
- Casa Editrice: DeriveApprodi
- Pagine: 147
- Data di uscita: 12-11-2020
Recensioni
Ottimi i contenuti nella loro eresia conservazionista, ma su cui biologi e naturalisti è il caso che si soffermino e riflettano spogliandosi del cinismo scientista che spesso li caratterizza. Qualche errore di traduzione, piccolo ma importante: ecologist/ecologisti (quando sarebbe "ecologi") almeno Leggi tutto
Una antologia molto personale. L'amore dell'autore verso le vagabonde che descrive traspare in maniera coinvolgente. Riflessione molto interessante sulla diversità che condivido molto. Avrei preferito più foto che accompagnassero la lettura.
Citazioni
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