Come scrivere un romanzo giallo o di altro colore
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Sinossi
«In letteratura è come in teologia: valgono le sole domande. O meglio: è l’intelligenza delle domande che costringe a elaborare risposte alla loro altezza. Se chi si appresta a leggere questo libro spera di trovare enunciati regole e precetti più o meno ovvii su come scrivere cosa, allora forse è meglio che abbandoni il libro e l’idea di diventare scrittore. Il talento, l’istinto sono necessari. Vanno educati, certo, ma sono necessari. Uno scrittore autentico i fondamentali li avverte ben prima ancora di elaborarli in concetti. Chi, non pago di affidarsi al tacito insegnamento dei Maestri, sente il bisogno di un prontuario cui attenersi, è meglio che lasci perdere: la letteratura non è un compitino. Men che meno un suo compitino. Per vari aspetti, il processo di creazione letteraria è come il tempo per sant’Agostino: “Se nessuno mi chiede cos’è, lo so; se devo spiegarlo a chi lo chiede, non lo so più”».
Così esordisce Tuzzi, in questa conversazione che – articolata in dieci capitoli: Prima di scrivere; Stile, struttura, scrittura; Come agganciare il lettore; Dire, non dire, da chi farlo dire; Come caratterizzare i personaggi; Finali chiusi, finali aperti; Buona e cattiva letteratura; Tutti i colori del genere: giallo nero rosa; Due o tre cose sul giallo perfetto? e Due o tre cose sul perfetto lettore di gialli – propone a un più vasto pubblico di lettori il ciclo di lezioni tenuto per Radio Popolare. Non banali ricette di tecnica espressiva o di forma narrativa, non fabula, intreccio, narratore interno esterno o ambiguo, ma più fertili considerazioni su limiti e potenzialità della parola, sulla potente irrealtà della letteratura.
- ISBN: 8833975428
- Casa Editrice: Bollati Boringhieri
- Pagine: 165
Recensioni
Ho apprezzato il rimando a molte delle opere che amo (da qui le 3 stelle), ma ho trovato il risultato farraginoso e inconcludente (e... no, non mi aspettavo un manuale su "regolette per scrivere un romanzo giallo"). Peccato, primo incontro con l'autore decisamente sfortunato.
Il titolo è un po' fuorviante perché non è un "manuale", ma piuttosto una lunga chiacchierata dell'autore sui propri libri preferiti e su quello che si può imparare da essi. ?erò è piacevole e senza dubbio può fornire qualche spunto interessante.
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