Sinossi
Genny ha sedici anni e lavora in un bar dalle parti di via Toledo; gli piace giocare a pallone e fare il buffone sul motorino. Perché, dicono gli amici, come lo porta lui, il mezzo, non lo porta nessuno. Tania di anni ne ha quindici, va ancora a scuola e dorme in una stanza che "tiene il soffitto pittato di stelle"; le piacciono le scarpe da ginnastica rosa e i bastoncini di merluzzo. La madre di Genny "ha quarant'anni, forse pure qualcuno in meno, ma il viso è segnato da certe occhiaie scure che la fanno sembrare più vecchia"; passa le giornate a fare gli orli ai jeans: venti orli ottanta euro; ogni tanto si interrompe, prende le carte e fa i tarocchi; e ogni tanto, quando non riesce a respirare, si attacca all'ossigeno. La madre di Tania fa la poliziotta, ha un corpo asciutto, muscoloso, e vicino all'ombelico "la cicatrice tonda di quando l'hanno sparata"; ed è una che se qualcosa va storto non esita a tirare fuori la pistola. Un sabato pomeriggio, in una strada del Vomero, le vite di Genny e di Tania si incrociano in modo tragico: e una madre decide di fare giustizia. A modo suo. Come già in "Dieci" con quella scrittura spigolosa e incalzante che riesce, è stato scritto, "a riattivare ciò che giace inerte nel linguaggio collettivo e privato", Andrej Longo ci racconta una certa Napoli, e gli uomini e le donne che la abitano: protervi e feriti, crudeli e generosi.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 197
- Data di uscita: 28-04-2016
Recensioni
L’ho trovato bellissimo. Leggetelo, leggetelo, leggetelo. Uno dei libri più commoventi che abbia mai letto. Giusto e ingiusto allo stesso tempo. Forte. Cattivo. Tenero. Buono. È da leggere, non c’è altro da fare.
L'ho letto tutto d'un fiato! Nonostante il titolo tradisca il finale, è un bellissimo libro con scene cinematografiche. Andrej Longo riesce a tenere il lettore con il fiato sospeso, usando una lingua semplice e diretta e nello stesso tempo spigolosa e potente. Consigliatissimo!
Un po' troppo inverosimile per i miei gusti. Mi ha disturbato anche che la voce narrante usasse espressioni dialettali. Un libro comunque scorrevole ed interessante.
que mal cuerpo me ha dejado dios que es esto que trauma
Una sceneggiata napoletana molto ben scritta, che tocca le corde della pietà e del perdono.
Citazioni
Al momento non ci sono citazioni, inserisci tu la prima!