Sinossi
1958: un giornalista venticinquenne irrequieto parte per l'Africa dove, tra andate e ritorni, rimarrà per circa dieci anni. A quel tempo il mondo s'interessava veramente a quello strano continente, muto per secoli, che cominciava a parlare e a far parlare di sé. "L'Africa era un enigma, un mistero, nessuno sapeva che cosa sarebbe successo quando trecento milioni di individui avrebbero drizzato la schiena e chiesto il diritto di parola. In Africa cominciavano a nascere degli stati, gli stati compravano armi e molti giornali stranieri si chiedevano se tutto il continente non stesse per muovere alla conquista dell'Europa." E così, nel caldo soffocante del continente, Kapuscinski arriva in Ghana, poi in Congo dove assiste allo smarrimento della popolazione quando Lumumba viene assassinato; poi in Tanganika, Sudafrica, Algeria, ogni volta nei momenti più caldi, all'esplodere di rivolte e rivoluzioni, tentando sempre di capire cosa sta succedendo e perché. Nel 1967 Kapuscinski rientra in Polonia ma non riesce a diventare un giornalista stanziale. Nell'autunno, parte per un viaggio di cinque anni in America Latina. Altro continente povero, dove si svolgono guerre povere, come quella scoppiata nel 1969 tra l'Honduras e il Salvador. "I piccoli stati del Terzo, Quarto e di tutti gli altri mondi possono sperare di suscitare qualche interesse solo quando decidono di spargere sangue. Triste ma vero," conclude Kapuscinski.
- ISBN:
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- Pagine: 245
- Data di uscita: 09-07-2014
Recensioni
Del rey del periodismo, para mi el mejor cronista de la historia. Nos cuenta como todo puede escalar desde un partido de futbol hasta la revolucion en un pais. espectacular. Video reseña en: https://www.instagram.com/p/CBBPRiIFLXo/
Ryszard Kapuściński az a fajta száguldó riporter volt, akinek elég, ha kimondtad a nevét, és a világ diktátorainak fele lucskosra izzadta rémületében az Armani öltönyét. (A másik fele meg azt hitte, tüsszentettél.) Nem akad nála jobb ismerője annak, amit a szakirodalom „alacsony intenzitású háborúna Leggi tutto
And yet again, another book that taught me not to whine and write about how the trip was uncomfortable, the food was bad, the mosquitoes were huge, the leeches were everywhere, etc etc. These trivialities don't deserve to be mentioned in books. But if you are staring at the barrel of a gun pointed i Leggi tutto
Not a perfect book of reportage but near as dammit. The first Kapuscinski book I've read and won't be the last. Extraordinarily vivid and lucid writing. Reminded me a little of Graham Greene in the flatness of tone and matter-of-fact descriptions of the grim, gruesome, and picaresque, but it's what
Great book. The difference between Kapuscincki and the average person could be summed up in an anecdote he relates in this book. One evening he was drinking (heavily, as usual) in a bar in some Third World backwater when a wild-eyed man barges in and starts shouting, "They're killing anyone who goes Leggi tutto
It was my good fortune that somebody in my book club chose this little gem to read. I hadn’t heard of Kapuściński before, and perhaps I never would have. Even if I did, I doubt I would have read anything by him. A Polish journalist? Whenever I try to explain to friends what is so enjoyable about this Leggi tutto
Citazioni
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