Sinossi
La meraviglia per la bellezza di un panorama è impensabile per gli uomini del Quattro e Cinquecento: il loro occhio coglie più la concretezza ambientale e la realtà della geografia umana che l'incanto estetico. È un'Italia, la loro, di cose e di genti, di mestieri e di antimestieri, di affari e di malaffari, una lunga sfilata di oggetti, manufatti, prodotti, attività, messa a fuoco e identificata non dal nobile senso della vista ma da quelli più popolari del tatto, del gusto, dell'olfatto. L'acquisizione culturale del paesaggio nasce in seguito, lentamente e faticosamente, e così la contemplazione disinteressata per gli ineffabili piaceri dello spirito, giustificate o indebite rêveries da consumare in morbidi circuiti suggestivi, perfino momenti di ascesi e alta meditazione religiosa. Piero Camporesi, servendosi di una ricca messe di fonti letterarie tardomedievali, umanistiche e rinascimentali, e con la consueta inventività di scrittura, racconta come nasce l'attenzione per l'ambiente e come cambia la percezione del paesaggio in età premoderna. Il mare, da superba e minacciosa distesa, si trasforma in amena e talvolta sensuale località per la villeggiatura; la promozione borghese della montagna - coadiuvata dall'estetica del sublime - fa di quell'aspra verticalità un requisito fondamentale per l'elevazione dello spirito e per l'esame della fragilità umana.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 216
- Data di uscita: 20-10-2016
Recensioni
Coltissimo, annotatissimo, abbastanza curioso. Arrivato in regalo, non si direbbe che da quel titolo (sbarazzino, estivo, paesaggistico) saremmo arrivati a quei contenuti (storici, filologici, architettonici, sociologici, culturali). Comunque, il Camporesi, grande penna.
Meno bello di quel capolavoro che è Il pane selvaggio, questo Le Belle contrade è comunque una fonte grandiosa di informazioni e prospettive. Non parliamo poi della prosa di Camporesi che è unica e riconoscibile come poche.
Citazioni
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