Il pastore di stambecchi
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Sinossi
Nella sua valle, sa il carattere di ogni canalone, di ogni balza di roccia. Riconosce le volpi, i camosci, le vipere, i gipeti. Può chiamare per nome ogni valanga. La montagna per Luigi Oreiller non è una sfida, né una prestazione. È la sua casa di terra e di cielo, un orizzonte a cui appartenere.
Luigi nasce nella povertà e cresce con la guerra. Valdostano ma “anche” italiano, trascorre i suoi 84 anni a Rhêmes Notre Dame, venti comignoli rubati alla slavina al fondo di una valle stretta e dal fascino selvatico, su un versante Parco del Gran Paradiso sull’altro riserva di caccia.
Da ragazzo, armato dalla fame, è cacciatore, contrabbandiere, manovale. Quando diventa guardiaparco e poi guardiacaccia, cambia sguardo. Dietro le lenti del cannocchiale, nelle lunghe solitarie giornate di appostamento ai bracconieri, diventa il signore delle cenge, segue il volo delle aquile e sperimenta un qualcosa di molto simile all’amore. Stagione dopo stagione, trasforma gli alberi in sculture, “scava” tassi e marmotte, parla con i cani, le mucche, le galline. A volte anche con gli uomini.
Quello di Oreiller è un mondo ormai perduto, travolto da una modernità senza pazienza, da un fiume di gente che torna ma non resta. Eppure, nei suoi occhi, nelle sue mani nodose e forti, tutto ha ancora memoria e lui ha memoria di tutto. Le sue parole, consegnate a chi, come Irene Borgna, le sa ascoltare, conducono lontano, fuori traccia, tra valichi nascosti. E segnano il tempo, come gli anelli di un tronco, come i cerchi sulle corna di un vecchio stambecco.
- ISBN: 8868337819
- Casa Editrice: Ponte alle Grazie
- Pagine: 176
- Data di uscita: 10-05-2018
Recensioni
Se becco quello che parla con nostalgia dei bei tempi andati si becca un calcio negli stinchi. Ve lo dico!
Ho 24 anni e non sono un montanaro. Ho vissuto una vita privilegiata e non ho mai dovuto subire la fame. E nonostante queste premesse questo libro mi ha fatto venire una incredibile nostalgia per un mondo che sta scomparendo, per tutte quelle tradizioni che vengono dimenticate e per una vita più semp Leggi tutto
84enne, nato e cresciuto in Val d'Aosta, vive in e per la montagna. Biografia di una vita segnata dalla fatica, dalla tenacia, e dalla voglia di accettare sempre sfide ardue e avvincenti. La montagna vera, non turistica, che va affrontata con timore e deferenza. Dopo averlo letto si ha anche la sens Leggi tutto
Con questo libro Louis Oreiller ci porta nella sua Val d'Aosta, più precisamente nel suo paesino di Rhemes. Un uomo di montagna, ma la montagna quella vera. Quella che vivi 365 giorni l'anno, che non ti puoi permettere di sfidare, perché vincerebbe sempre lei. In questo diario racconta la sua vita, Leggi tutto
Storie di montagna dal sapore antico, sembra di essere seduti in qualche vecchia baita di legno, vicino ad un camino, e sentire questo vecchio montanaro raccontare la sua vita. Bellissimo libro, evocativo di un tempo andato perduto, un tempo lontanissimo anche se sono passati solo 50 anni o poco più. Leggi tutto
Conosco bene il parco del Gran Paradiso e conoscerlo anche attraverso le memorie e la conoscenza di Louis Oreiller è stato strepitoso... Lo super consiglio!
interessante ed onesto. fa capire bene come è cambiato il mondo e la distanza che c’è tra chi vive la montagna e chi ci fa le gite o la usa come palestra
Letto in un weekend di vacanza in Valle d'Aosta, preso dalla libreria dell'AirBnB che ci ospitava. Bellissima lettura, molto interessanti praticamente tutti i racconti di vita, altrettanto interessante il vocabolario usato dal protagonista con moltissime parole che, immagino, si capiscano solo nel N Leggi tutto
Una storia tanto semplice quanto accattivante. Un libro che parla piano ma racconta di un grande cambiamento, quello che ha vissuto la montagna negli ultimi 70 anni da quando è "arrivata la strada asfaltata, i montanari sono andati in città e la città ha invaso la montagna nel weekend". Nonostante l Leggi tutto
Più che un libro sulla montagna, adatto per i suoi amanti, sembra una sorta di barone di Munchausen valdostano. Le imprese sono al limite del credibile, non è privo di episodi misticheggianti (come quello sulla cengia) e - cosa per me dura da sopportare - contiene anche delle fandonie totali sulla n Leggi tutto