

La fine del secolo americano. Il ritratto di un Paese attraverso l'uomo che ne ha incarnato i vizi e le virtù
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Sinossi
C'è stato un tempo in cui l'America governava il mondo. Un'epoca in cui la «nazione indispensabile» - secondo la celebre definizione di Madeleine Albright - esercitava la propria egemonia sui quattro angoli della terra. Era il Secolo americano, l'età della forza militare e del potere della diplomazia, dell'ottimismo, della fiducia nella pace e nella prosperità perpetue. Certo, non era l'età dell'oro. C'erano la guerra fredda e l'incubo della minaccia nucleare, la «politica del contenimento» e l'ossessione anticomunista, la Nuova Frontiera e il Watergate. E poi c'era il Vietnam, monumento all'incapacità di capire il mondo che si pretendeva di guidare. Nel Secolo americano, il meglio era inseparabile dal peggio. Poi tutto è cambiato e la Pax Americana si è dissolta, insieme al Muro di Berlino e all'equilibrio bipolare. Sono arrivati il crollo delle Torri gemelle, la guerra in Iraq e la crisi economica; e gli Stati Uniti hanno iniziato a ritirarsi dal palcoscenico internazionale e a «gestire» il proprio declino. Questo, per George Packer, è stato il Secolo americano, un mix di grandezza e arroganza, di innocenza e cecità. Un'epoca di contraddizioni profonde, che in Richard Holbrooke, diplomatico del dipartimento di Stato e ambasciatore presso le Nazioni Unite, ha trovato la sua espressione più emblematica. Brillante, egocentrico e sicuro di sé, per oltre quarant'anni vicino al potere ma sempre a un passo dall'esercitarlo concretamente, Holbrooke è stato l'artefice dell'unica vittoria della diplomazia americana nell'èra post-guerra fredda, i negoziati di Dayton che hanno sancito la fine della guerra nei Balcani. E ha tentato, oltre un decennio più tardi, di sanare le ferite dell'11 settembre portando la pace in Afghanistan. Un obiettivo, questo, che ha perseguito con ostinazione, arrivando forse a un soffio dal successo e, quindi, dalla grandezza degna dei libri di storia che disperatamente agognava. Figura tragica, shakespeariana, mossa da un'ambizione smodata, Holbrooke ha rappresentato il coraggio e la generosità, gli eccessi e la tracotanza dell'America. Con questo libro Packer ci consegna il ritratto nostalgico di un'élite che ha smarrito se stessa e di una nazione che ha rinunciato al proprio sogno.
- ISBN: 8804721723
- Casa Editrice: Mondadori
- Pagine: 628
- Data di uscita: 28-01-2020
Recensioni
This is a fitting elegy to an iconic statesman of the late-American empire, but it is also a book about the virtues and flaws of the United States during its brief period as lone superpower. George Packer is a writer I greatly admire and he was probably one of the only people able to write this book Leggi tutto
Our Man is a warts-and-all bio of Richard Holbrooke, of one of the few modern diplomats who understood American power through the lenses of both Wilsonian moralism and Kissingerian Realpolitik. I loved Packer's The Unwinding, but in The Unwinding he was an observer with empathy reporting on stories t Leggi tutto
Perhaps the most colorful and able diplomat in American history has been Richard Holbrooke. The possessor of an irascible personality who was not the most popular individual with colleagues and presidents that he served but was a highly effective strategic thinker and negotiator with a number of imp Leggi tutto
Back in my Hollywood days, I wondered if I was "playing the game" enough. I kept in touch with my best contacts, and forged a good path as a young creative, but always felt like a hermit compared to my actress pal Sally, who was literally out-- at Hollywood events, screenings, shows, readings, parti Leggi tutto
This was fun, but not quite what I hoped it would be. I liked the tone a lot. It was interesting to read this and Directorate S in the same year. Lots of Holbrooke! I think I'm done reading about Holbrooke for now, though. Anyway, recommended for the staggering number of cameos in this book: Tobias
It wasn’t a golden age, there was plenty of folly and wrong, but I already miss it. Our Man is an exceptionally well written book, with in depth sourcing. It should be good, great even – but instead it serves as a warning that great research and a way with words are not always sufficient conditions. Leggi tutto
There is so much good to say about Richard Holbrooke, and also so much that is bad.. He negotiated the Dayton Accords that ended the awful slaughter in the former country known as Yugoslavia, he badgered Jimmy Carter into increasing the number of refugees taken into the US from Southeast Asia by abo Leggi tutto
Citazioni
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