Dopo un anno di appuntamenti e iniziative intorno al libro e alla lettura, Ivrea Capitale italiana del libro 2022 ha presentato il “Manifesto per il futuro del libro” (ora il testimone passa a Genova). Presentati anche i dati di una ricerca di Ipsos sulle abitudini di lettura, con non poche differenze tra giovani e adulti. Tra i problemi evidenziati, “la difficoltà a capire ciò che si legge” – I dati e i particolari

Dopo un anno di appuntamenti e iniziative intorno al libro e alla lettura, Ivrea Capitale italiana del libro 2022 ha presentato il Manifesto per il futuro del libro, consegnandolo nelle mani del Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano in rappresentanza di tutto il Paese.

Il Manifesto per il futuro del libro, suddiviso in 22 punti e 99 parole chiave, è l’eredità di Ivrea Capitale italiana del libro 2022 e “mette al centro i temi più imprescindibili per il mondo editoriale contemporaneo che guarda al futuro della lettura”.

Del resto, come si ricorda nel comunicato conclusivo, il documento è stato uno dei temi centrali del progetto di Ivrea sin dalla candidatura, tanto da essere tra i cardini del dossier con cui la Città si è presentata con l’obiettivo di essere, per un anno, una piattaforma nazionale di confronto intorno alla lettura e ai temi del mondo editoriale.

Il Manifesto è dunque l’esito finale di un percorso di analisi e confronto che ha coinvolto oltre 150 partecipanti (rappresentanti e professionisti del mondo editoriale e culturale) suddivisi in quattro incontri realizzati in collaborazione con il Salone internazionale del libro di Torino e Ipsos; a questi si sommano gli appuntamenti realizzati per la preparazione del dossier con la partecipazione di 80 rappresentanti delle comunità del libro: editori, scrittori, lettori, librai, bibliotecari, insegnanti e operatori del digitale. La riflessione si è sviluppata intorno a tre linee, già tracciate in fase di candidatura e filo conduttore dell’attività di tutto l’anno: quantità/qualità, fisico/digitale, iconico/didascalico.

IL MANIFESTO PER IL FUTURO DEL LIBRO

Da accesso alla lettura fino a welfare culturale passando per dialogo, linguaggi e risorse, il Manifesto per il futuro del libro punta a offrire “un contributo concreto poiché tocca i temi imprescindibili per le politiche del libro e le azioni di coinvolgimento e sviluppo della lettura”.

Si legge sempre nella nota finale: “Leggere è stato a lungo un’azione per pochi, per privilegiati, per uomini, per adulti. Poi la lettura ha preso la strada della democrazia; l’illuminismo e l’enciclopedismo sono stati alla base della rivoluzione francese, e le dittature hanno sempre, per prima cosa, cercato di distruggere la passione per la lettura. Oggi leggere è sinonimo di democrazia e libertà; è lo strumento per crescere umanamente e socialmente, per conquistare la vera indipendenza di sé. Da sempre grazie ai libri e alla lettura apprendiamo, esploriamo nuovi mondi, viaggiamo nella storia, spingiamo il nostro pensiero oltre l’aspettato e ne traiamo piacere. Un piacere più volte raccontato e analizzato, che stuzzica la curiosità, motore per la scoperta del sé e della società, del guardare oltre lo specchio e dentro lo specchio”.

Ecco perché Ivrea Capitale italiana del libro “ha creduto fortemente che fosse utile e necessario un manifesto per il futuro del libro e della lettura: per non dimenticare mai quanta libertà e quanta consapevolezza, in maniera unica e non altrimenti paragonabile, ci può dare questo straordinario oggetto e questa azione che ci identifica come esseri umani“.

La stesura del testo finale è stata redatta da Paolo Verri (Coordinatore di Ivrea 2022 capitale italiana del libro) e da Enzo Risso (Direttore scientifico di Ipsos e docente all’Università degli Studi di Roma La Sapienza).

Il Manifesto per il futuro del libro sarà pubblico e chiunque potrà scaricarlo, utilizzarlo, pubblicarlo e condividerlo. Il file aperto sarà messo a disposizione sul sito ufficiale di Ivrea Capitale italiana del libro 2022.

L’ANNO DI IVREA CAPITALE ITALIANA DEL LIBRO

Designata il 16 febbraio 2022, entrata effettivamente in ruolo nel giugno successivo, Ivrea Capitale italiana del libro ha costruito un programma che ha messo il libro e la lettura in dialogo con l’arte, la musica, le arti performative, secondo le linee progettuali del dossier (quantità/qualità, fisico/digitale, iconico/didascalico).

Durante l’anno sono stati realizzati oltre 250 eventi di cui 40 organizzati direttamente dalla Città di Ivrea, più 120 sostenuti all’interno dei bandi per il coinvolgimento del territorio, e oltre 70 patrocinati. Nel programma si contano anche 17 mostre, di cui 11 organizzate direttamente. Inoltre sono state conteggiate oltre 50.000 presenze complessive.

Il titolo di Capitale italiana del libro passerà a Genova, designata per il 2023 e rappresentata dal Sindaco Marco Bucci presente alla consegna del Manifesto per il futuro del libro.

LA RICERCA SULLE ABITUDINI DI LETTURA

A supporto del progetto, Ivrea Capitale del libro ha incaricato Ipsos di realizzare una ricerca sulle abitudini di lettura, condotta a febbraio 2023. I dati raccontano che lettori sono gli italiani, cosa cercano nella lettura, cosa influenza le loro scelte, quale rapporto hanno con le biblioteche, i book influencer, il prezzo dei libri, se amano più il libro fisico o digitale. Inoltre, i dati mettono a fuoco alcune differenze generazionali tra baby boomers e generazione Z fornendo dati interessanti sull’evoluzione delle scelte di lettura.

Tra i dati che emergono spicca quello sulla comprensione del testo: se il 32% degli intervistati legge senza difficoltà, ben il 17% fatica a capire ciò che legge. Una percentuale che sale per le fasce d’età più giovani, raggiungendo il 30% tra coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni.

Il 37% si definisce un lettore appassionato e solo il 18% sente di rientrare nei grandi lettori, con una punta leggermente più alta per le donne che raggiungono il 22%. Il maggior freno alla lettura sembra essere la pigrizia, additata come la causa dall’11% degli intervistati.

La lettura è un momento di relax per il 35% degli intervistati, evasione per 30% ed educativo per il 28%, dato che scende di 10 punti percentuali nella generazione Z.

I romanzi classici sono in cima alle preferenze tranne che per la generazione Z, che predilige fantasy, fantascienza, mystery e crime.

Un altro capitolo della ricerca riguarda gli ebook. “Rimane salda la passione per il libro di carta sia come mezzo sia più in generale come oggetto, tanto da essere preferito dal 70% del campione e apprezzato dall’89% per la possibilità di essere sfogliato. Nonostante questo il 63% degli intervistati è certa che l’ebook diventerà, nei prossimi anni, la forma più popolare”.

L’indagine approfondisce anche le motivazioni che spingono la scelta dei libri. Se la media nazionale indica in cima alla classifica l’esposizione in libreria (27%), le raccomandazioni di amici (25%), le recensioni su siti web (22%) e quelle su giornali o riviste (20%), il dato cambia nella generazione Z che si appoggia a fonti diverse. Rimangono sempre le recensioni su siti web (23%), le raccomandazioni di amici (23%) e le dei famigliari (21%), mentre scendono sotto la media nazionale le esposizioni in libreria (17% contro il 27% della media nazionale), le recensioni in libreria (6% contro il 15% nazionale), i consigli del libraio (7% contro il 13% nazionale). Da rilevare anche la poca influenza dei suggerimenti televisivi (8% contro il 12% della media nazionale), collegata forse a una bassa fruizione della tv tradizionale da parte delle fasce più giovani.

Anche il rapporto con le biblioteche non è facile per la generazione Z: solo il 45% infatti ritiene utile sostenerle per il futuro del Paese, dato che raggiunge il 70% nella media nazionale. Gli italiani immaginano la biblioteca del futuro come un luogo aperto e multifunzionale: punto di riferimento per trovare libri cartacei di ogni genere, anche quelli più introvabili (50%); in stretta sinergia con le scuole per educare i cittadini alla cultura fin da quando sono piccoli (44%); un luogo dove è possibile partecipare a eventi e corsi (37%); smart e con una offerta di prestito digitale del libro ampia (27%).

Cosa spinge le persone nelle librerie? In cima alla classifica troviamo il desiderio di trascorrere del tempo tra gli scaffali e farsi attrarre dalle copertine (39%), seguito dallo sfogliare il libro e cominciare a leggere anche qualche pagina (34%).

Un dato rilevante riguarda i book influencer. Se il 34% degli italiani conosce i book influencer, la percentuale sale al 55% nella generazione Z a conferma dell’influenza del digitale nelle scelte di questa fetta di pubblico, tanto che il 38% dei giovani under 25 intervistati conferma che hanno un ruolo fondamentale per spingere gli adolescenti a leggere.

La ricerca è stata curata da Enzo Risso, Direttore scientifico di Ipsos P.A. e docente di audience studies Sapienza Università di Roma, ed Eva Sacchi, Direttrice di ricerca di Ipsos P.A.

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