La conduttrice di “Che sarà” Serena Bortone annuncia l’annullamento del contratto ad Antonio Scurati, che avrebbe dobuto tenere un monologo in vista del 25 aprile, scatendando l’ennesima polemica politica in casa Rai. Il testo del monologo viene reso pubblico e arriva il botta e risposta tra la premier Giorgia Meloni (“Mai chiesto la censura di nessuno…”) e lo scrittore (“Questa, gentile Presidente, è una violenza. Non fisica, certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?”). Intanto si mobilitano autrici e autori sui social (e in un video) e prende posizione l’Associazione Italiana Editori – I dettagli

“Come avrete letto nel comunicato stampa, nella puntata di questa sera di Che sarà era previsto un monologo di Antonio Scurati sul 25 aprile. Ho appreso ieri sera, con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullato. Non sono riuscita ad ottenere spiegazioni plausibili. Ma devo prima di tutto a Scurati, con cui ovviamente ho appena parlato al telefono, e a voi telespettatori la spiegazione del perché stasera non vedranno lo scrittore in onda sul mio programma su Raitre. Il problema è che questa spiegazione non sono riuscita a ottenerla nemmeno io…”.

Così, via Instagram, la conduttrice Serena Bortone comunica il no della tv di Stato a Scurati, scatendando l’ennesima polemica politica in casa Rai…

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Antonio Scurati è l’autore (Premio Strega) di M. Il figlio del secolo, libro bestseller vincitore del premio Strega nel 2019 (qui la nostra intervista, ndr), opera, seguita da altri libri, che si propone di ricostruire narrativamente la figura di Benito Mussolini seguendo la sua parabola di uomo in parallelo alla crescita e alla disfatta del partito fascista.

IL TESTO DEL MONOLOGO RESO PUBBLICO

Con il passare delle ore la polemica esplode. Viene diffuso il testo del monologo di Scurati (“Lo spettro del fascismo infesta democrazia italiana finché la parola antifascismo non sarà pronunciata da chi governa…“). Scurati sottolinea, tra l’altro, che “dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola ‘antifascismo’ in occasione del 25 aprile 2023)…”.

GIORGIA MELONI: “MAI CHIESTO LA CENSURA DI NESSUNO”

La stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sul suo profilo Facebook ha condiviso il testo del monologo assicurando di non aver mai chiesto “la censura di nessuno”: “In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo. Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni: 1) Perché chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini. 2) Perché gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto. Buona lettura…”.

“MOTIVAZIONI ECONOMICHE E NON EDITORIALI”

La stessa Rai, infatti, aveva parlato di ragioni economiche (un mancato accordo tra le parti) e non di motivazioni editoriali, dietro la scelta di annullare la presenza dello scrittore nel programma di Rai3.

LA REPLICA DI SCURATI ALLA PREMIER

E alla fine arriva la replica di Scurati, che su Repubblica si rivolge direttamente alla premier:
“Gentile Presidente, leggo sue affermazioni che mi riguardano. Lei stessa riconosce di non sapere ‘quale sia la verità’ sulla cancellazione del mio intervento in Rai. Ebbene, la informo che quanto lei incautamente afferma, pur ignorando per sua stessa ammissione la verità, è falso sia per ciò che concerne il compenso sia per quel che riguarda l’entità dell’impegno. Non credo di meritare questa ulteriore aggressione diffamatoria. Io non ho polemizzato con nessuno, né prima né dopo. Sono stato trascinato per i capelli in questa vicenda. Io ho solo accolto l’invito di un programma della televisione pubblica a scrivere un monologo a un prezzo consensualmente pattuito con la stessa azienda dall’agenzia che mi rappresenta e perfettamente in linea con quello degli scrittori che mi hanno preceduto… (…) Questa, gentile Presidente, è una violenza. Non fisica, certo, ma pur sempre una violenza. È questo il prezzo che si deve pagare oggi nella sua Italia per aver espresso il proprio pensiero?”.

INTERVIENE L’ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI”

Arriva anche il commento del presidente di AIE Innocenzo Cipolletta: “L’Associazione Italiana Editori è a fianco degli editori nel ribadire che la libertà di espressione è al cuore della democrazia ed è principio guida inderogabile per tutto il mondo del libro. Un Paese forte della sua democrazia non dovrebbe mai temere le opinioni degli scrittori, qualunque esse siano”.

IL COMUNICATO DELL’USIGRAI

In casa Rai si mobilita anche il sindacato Usigrai: “Il controllo dei vertici della Rai sull’informazione del servizio pubblico si fa ogni giorno più asfissiante. Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal Governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi, come Antonio Scurati a cui era stato affidato un monologo sul 25 aprile, in una rete, Rai3, ormai stravolta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori. La stessa azienda che ha speso 6 milioni di euro per il programma Avanti Popolo, ora avanza motivazioni di carattere economico per l’esclusione di Scurati. Motivazioni già smentite dai fatti. Siamo di fronte ad un sistema pervasivo di controllo che viola i principi del lavoro giornalistico. L’assemblea dei Comitati di redazione della Rai mercoledì ha proclamato lo stato di agitazione e approvato 5 giorni di sciopero. Gentili telespettatori, noi ci dissociamo dalle decisioni dell’azienda e lottiamo per un servizio pubblico indipendente, equilibrato e plurale…”.

SU LA7 IL MONOLOGO DI SCURATI

Il monologo, intanto, viene letto su La7, nel corso di In altre Parole, da Massimo Gramellini e Roberto Vecchioni.

53 SCRITTORI E SCRITTRICI LEGGONO IL MONOLOGO IN UN VIDEO

Intanto, su Lucy, progetto digitale diretto da Nicola Lagioia, che tra i primi sui social ha sottolineato la grave cancellazione della presenza di Scurati, il monologo viene in un video da 53 scrittrici e scrittori: oltre a Lagioia, a leggere anche Sandro Veronesi, Irene Graziosi, Paolo Giordano, Melania Mazzucco, Fabio Geda, Giordano Meacci, Chiara Valerio, Tiziano Scarpa, Jonathan Bazzi, Greta Olivo, Paola Caridi, Loredana Lipperini, Benedetta Tobagi, Chiara Tagliaferri, Francesco Pecoraro, Evelina Santangelo, Ilaria Bernardini, Teresa Ciabatti, Adrian Bravi, Eros Miari, Annamaria Testa, Christian Raimo, Claudia Durastanti, Elena Stancanelli, Helena Janeczeck, Valentina Farinaccio, Melissa Panarello, Lucia Sorbera, Daniele Rielli, Francesco Pacifico, Rosella Postorino, Viola Ardone, Caterina Bonvicini e Riccardo Chiaberge, Paolo Di Paolo, Donatella Di Pietrantonio, Marco Missiroli, Dario Voltolini, Antonella Lattanzi, Nicoletta Verna, Raffaella Romagnolo, Giulia Caminito, Alessandro Robecchi, Alessandro Grazioli, Antonio Manzini, Alessia Polli, Emma Dante, Giorgio Fontana, Niccolò Ammaniti, Valeria Parrella, Rossella Milone, Tommaso Giartosio e Sonia Aggio.

 

 

 

 

 

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