Era il marzo 2014 quando Mondadori aveva annunciato l’acquisizione (che si vocifera fosse costata non poco) di aNobii, social network dedicato ai libri fondato a Hong Kong nel 2006. Ora a Segrate lanciano l’app. Si punta soprattutto ad “abbassare l’età media degli utenti” – Quello che c’è da sapere sul progetto

Condividere la passione per la lettura, incontrare lettori di tutto il mondo, far parte di gruppi di discussione, avere a disposizione uno scaffale virtuale in cui inserire i libri preferiti e ricevere suggerimenti di lettura in base ai propri gusti. Gli obiettivi e le funzioni della neonata app di aNobiisocial network dedicato ai libri fondato a Hong Kong da Greg Sung nel “lontano” (per i tempi del web)  2006, e da un paio d’anni di proprietà della Mondadori, sono simili al sito. Come spiega l’editor Edorardo Brugnatelli, che con Riccardo Felicioli sta seguendo il lancio, con l’arrivo dell’app ora si punta soprattutto ad “abbassare l’età media degli utenti, visto che la comunità italiana di aNobii è ancora abituata al pc”.

Ma quanti sono oggi gli “anobiani”? Stando a quanto dichiarano alla Mondadori, gli utenti italiani iscritti sarebbero circa 300mila: di questi, 240mila sarebbero ancora “attivi” (viene considerato tale l’utente che entra nel sito e svolge un’azione almeno una volta al mese). In totale, gli utenti registrati nel mondo sarebbero oltre un milione, come del resto si legge nel contatore posto nella parte bassa nell’home page, anche se non è dato sapere quanti di questi siano ancora “attivi”. All’estero, infatti Goodreads (in inglese, di proprietà di Amazon) è da tempo dominante.

Felicioli parla inoltre di 25mila visite quotidiane al sito (il 70% dall’Italia), con un tempo di permanenza medio su aNobii di oltre 6 minuti. Naturalmente con la nuova app “puntiamo ad aumentare gli utenti e il traffico da mobile, attualmente pari al 30% del traffico complessivo, meno della media di portali come il nostro”. La volontà è quella di portare gli utenti su aNobii, e non da aNobii ai social “generalisti” più famosi: “Ecco perché l’app non dà la possibilità di condividere contenuti su Facebook, se si escludono le schede dei libri”. Allo stesso tempo, la pagina Facebook di aNobii cerca di spostare i fan (oltre 86mila ad oggi) sul sito.

Un passo indietro, per inquadrare il contesto in cui arriva il lancio dell’app da parte di Segrate.

“Una piattaforma che ci permetta di ascoltare le persone è fondamentale per la crescita del digitale nei libri e per la costruzione della casa editrice del futuro”. Era il marzo 2014 quando l’attuale Ad di Mondadori Ernesto Mauri motivava con queste parole l’acquisizione di aNobii, che ha avuto la massima visibilità nel nostro Paese tra il 2009 e il 2010 (segnaliamo quest’approfondimento di Alessandro Gazoia – Jumpinshark – su Minimaetmoralia).

La mossa, che si vocifera fosse costata una cifra decisamente importante a Segrate, aveva destato curiosità, e inevitabilmente non erano mancate critiche e dubbi: gli addetti ai lavori si chiedevano se la Mondadori sarebbe riuscita a rilanciare il progetto o se l’avrebbe snaturato. Quale futuro – ci si domandava – avrebbe potuto avere aNobii, social già all’epoca messo in crisi dall’avanzata di Facebook, Twitter, Instagram, come pure da quella di Goodreads.

L’ex Ad di Mondadori Libri Riccardo Cavallero aveva affidato il progetto a Brugnatelli, e quest’ultimo aveva rassicurato: “Mondadori non sfrutterà certo aNobii per farsi pubblicità, ma rispetterà la sua comunità… Il social network non deve diventare un supermercato dei libri ma, al contrario, una sorta di ‘bar sport’ del libro, in cui discutere in modo creativo”.

Ovviamente si manifestava ottimismo: “Sono già previsti investimenti per una nuova fase in cui, in breve tempo, aNobii raggiungerà i più elevati standard tecnologici e sarà dotato delle risorse necessarie per lo sviluppo di nuove funzionalità al servizio degli utenti. I lettori, la loro passione per la lettura, il loro desiderio di condividere esperienze e suggerimenti resteranno al centro della piattaforma”. Ma i tempi non sono stati brevi: sin da subito, i problemi “tecnici” hanno rappresentato un ostacolo alla “rinascita”, e come conferma Brugnatelli “la serie di lavori di manutenzione non si è mai fermata. Ma nel frattempo sono arrivati anche i miglioramenti. Ad esempio, di recente è stata sistemata la ricerca interna e la velocità di scaricamento delle pagine è aumentata. Non a caso, c’è stata una crescita degli utenti iscritti pari al 15% nel corso della nostra gestione”. Non solo: lo scorso autunno è stata rinnovata l’home page del sito e c’è stato un restyling grafico del portale.

“In questi due anni la community è stata anche coinvolta in attività editoriali, in collaborazione con il premio Estense ad esempio. Prima di pensare a nuove operazioni di questo tipo, però, siamo curiosi di capire come reagiranno gli utenti all’introduzione dell’app“.

Ma perché a Segrate interessa aNobii? “Per vari motivi – sottolinea Brugnatelli. Una delle ragioni è quella di poter studiare come cambiamo i gusti e gli interessi di migliaia di lettori forti, in un contesto di grande cambiamento delle modalità di lettura. Informazioni che potranno essere utili anche agli editor delle case editrici che, con l’aiuto di un team marketing che periodicamente analizza i dati, avranno la possibilità di anticipare eventuali tendenze”.

Anche con l’arrivo dell’app (che presto potrà contare su un nuovo “raccomandatore”, che suggerirà agli utenti nuovi libri in base ai propri interessi e alle azioni compiute online), invece, su aNobii non si possono acquistare libri. In futuro, “vedremo”…

LEGGI ANCHE – Editori di libri e contenuti online: il blog della narrativa straniera Einaudi e i progetti online di Sur 

Libri consigliati