“Una poesia che sa essere affabile e sperimentale, mossa e ilare anche nella disperazione”. Così Fabio Pusterla presenta il nuovo libro di Paolo Lanaro – Su ilLibraio.it tre liriche tratte dalla raccolta “La rubrica degli inverni”

Come scrive Fabio Pusterla nella prefazione a Rubrica degli inverni (Marcos y Marcos), la nuova raccolta di Paolo Lanaro, “perché la poesia è un modo di vedere / prima che di parlare”, il libro “acuisce la nostra vista, e ci propone, illuminate da un raggio struggente e desolato, una miriade di scene della vita, colte come istantanee nell’oggi o richiamate da un passato distante, in arguto dialogo con grandi modelli poetici”. Per Pusterla, inoltre, “ogni fotogramma è nitido, quasi palpabile; e insieme inquietante, se invita a indagare l’oscuro retroscena di tutto questo”, e “la varietà delle scene si trasforma in varietà espressiva, dando vita a una poesia che sa essere affabile e sperimentale, mossa e ilare anche nella disperazione”.

Rubrica degli inverni Paolo Lanaro

L’autore, nato a Schio nel 1948, vive a Vicenza. Ha insegnato filosofia nei licei e ha pubblicato sei raccolte di versi: L’anno del secco (Savelli, 1981); Il lavoro della malinconia (La Locusta, 1989); Luce del pomeriggio e altre poesie (Scheiwiller, 1997); Giorni abitati (Ripostes, 2002); Diario con la lampada accesa (Edizioni del Bradipo, 2005). La sua ultima raccolta, Poesie dalla scala C (L’Obliquo, Brescia, 2011) è stata finalista al Premio Viareggio 2011, al Premio Diego Valeri 2012 e ha vinto il premio Contini Bonacossi 2012. Lanaro ha curato l’antologia Forme del mistico (1988) e nel 2007 ha dato alle stampe In tondo e in corsivo, un’antologia di saggi e interventi critici su scrittori veneti del ‘900.

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Per gentile concessione della casa editrice, su ilLibraio.it tre poesie tratte dalla raccolta:

Il ciliegio

Mi piace il ciliegio per quello che produce.
Per il suo legno rosso passato alla fiamma
e per il suo stile di albero
ingioiellato per poche settimane.

Amo il ciliegio čechoviano, mezzo
sfiorito e spiovente. Quel suo non badare
agli ospiti, seduti da più di un secolo,
nonostante le chiacchiere e la luna purpurea.

Come back

Non si può tornare indietro.
Quell’espressione che pare una tagliola,
‘come back’, è un invito al nulla.
Una volta deve averlo detto anche Thomas Wolfe,
riferendosi a una polpetta lasciata
un secondo di troppo sulla griglia.
Non è possibile riavere le carezze
che non ci sono state date.
E neanche si può tornare a quel giorno
in cui ci colse l’idea esatta e semplice del bello.
Né si può fare in modo che piova
per tutti i mesi in cui restammo all’asciutto.
Purtroppo l’acqua che vedi cadere sta sciupando

Guerrieri cinesi

La mattina quando esco è ancora buio.
Ciò nonostante pettirossi e capinere
non sono impauriti per niente, anzi mandano
grida acute come striduli guerrieri cinesi.
Di sicuro possiedono delle strategie
e una loro forza misteriosa in quei minuti
in cui piano piano qualcosa va scemando
e i loro piccoli imperi devono fare i conti
col freddo, le nubi, la luce ormai alle porte.

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