Con il suo stile inconfondibile, Bruno Tognolini, amatissimo scrittore e poeta per bambini (e non solo), su ilLibraio.it si rivolge ai ragazzi, e parla della bellezza e dell’importanza della scrittura, che è anche divertimento…

Una volta, in un libro intitolato Nel giardino segreto. Nascondersi, perdersi, ritrovarsi. Itinerari nella tana dei giovani lettori (Equilibri 2009), ho scritto più o meno così: “L’anima è un posto immenso, una landa sconfinata e lontana: lontana anche se è vicina, anche se è qui, in noi. Comincia qui, dove siamo ora, e finisce chissà dove e chissà quando. Noi conosciamo una parte minuscola di questo nostro Impero. Siamo il Kubilai Kahn di noi stessi, abitiamo nella Capitale, conosciamo soltanto le sue vie. I poeti sono i nostri Marco Polo, che noi mandiamo nelle remote periferie del nostro Impero, perché vadano e tornino e ci raccontino ciò che hanno visto”.

Si può estendere questo discorso dagli scrittori alla scrittura. La scrittura è il Pathfinder, il Cercasentieri dell’anima. Non capisci chi sei, cosa vuoi, cosa ti sta succedendo? Scrivilo. Non lo capisci ancora: scrivilo meglio. Non ti vengono le parole? Usa trucchi.

Per esempio: scrivilo in rima. La rima è come la corda per le cozze, negli allevamenti. Senza corda, le parole cozze non sanno dove attaccarsi e si perdono via nel grande mare della chiacchiera: con la corda si mettono lì belle in fila, e restano.

Scrivilo in rima ma non scegliere la prima: prova con la terza o con la quinta che ti viene. La prima è la più comune, quella che viene a tutti: la terza no, viene a pochi. La quinta poi forse solo a te. Vedrai che la rima a volte – se sei fortunato, se ti alleni, se diventi bravo, e se lei vede che diventi bravo – ti fa un dono: ti fa dire ciò che non volevi dire. E quello a sorpresa, proprio perché non lo volevi dire, diventa ancora più tuo, solo tuo. E splende. Ma non solo: quando poi lo fai leggere a qualcuno, può accadere che lui dica: “Questa cosa splende. Si vede che non è come le altre, è solo tua. Ma è strano: è come se fosse… anche solo mia”. Click. Il gioco è fatto. “È nostra”. Hai scritto da scrittore.

Magari accade che nel tuo ambiente la rima non goda di buona fama, perché fa odore di scuola e di secchioni. E tu non chiamarla rima: chiamala rap. E non chiamare te stesso poeta, chiamati rapper. O magari, se scrivi in prosa, chiamati blogger. E nel farlo, fra te, con un sorriso, registra come sono importanti le parole. Chiamare la stessa cosa con un altro nome cambia la cosa, se il nuovo nome è giusto. E questo non è un superpotere? Cambiare le cose senza toccarle? La scrittura è un’arte marziale.

Un mio amico scrittore, sincero e sfrontato, infatti diceva: “Io ho cominciato a scrivere perché ci si faceva le ragazze”. È perfetto iniziare così. Perché magari a volte, se si continua, si scopre che la scrittura – il Pathfinder, il Marco Polo, la katana invisibile – “fa” anche altre cose alla vita, oltre a conquiste d’amore. Altre e diverse. Dalle più semplici e scontate, come far scrivere bene una prova d’ingresso, una mail, un qualcosa che forse darà lavoro; alle più misteriose, così misteriose che non si possono dire. Ma le dicono le storie antiche: è il Verbo il Sistema Operativo Iniziale del mondo. Ed è un foglietto che si mette in bocca al Golem per farlo partire, al tuo servizio: in quel foglietto c’è qualcosa scritto. Ma dev’essere scritto “bene”. Scrivila la tua vita, che conviene.

Bruno Tognolini

L’AUTORE E IL SUO NUOVO LIBRO – Bruno Tognolini, tra gli scrittori per ragazzi (e non solo) più amati, è tornato in libreria con Giardino dei Musi Eterni (Salani). In questo romanzo mai come prima, Tognolini- due volte premio Andersen – ha raccolto e fuso i temi che più gli sono cari con la creazione di un mondo perfetto di felicità e innocenza in una storia dal ritmo cinematografico e con una lingua piena di invenzioni e poesia. Un libro che trasmette un messaggio ecologico, e soprattutto spirituale, sulla natura del mondo: non annoiarsi mai di essere se stessi.

 

Abbiamo parlato di...