“È terribile che i bambini siano le prime vittime di guerra e pulizia etnica, che paghino il prezzo di pregiudizi e odi antichi. È tragico che i piccoli siano usati come bombe umane o lasciati orfani…”. Su ilLibraio.it la riflessione della scrittrice e giornalista Nicoletta Sipos

La scelta degli aggettivi spazia da assurdo, diabolico, folle a tremendo, con i sinonimi del caso. È terribile che i bambini siano le prime vittime di guerra e pulizia etnica, che paghino il prezzo di pregiudizi e odi antichi. Ieri in Bosnia, oggi nel Medio Oriente e in troppi paesi africani (ma è già successo con ebrei kurdi, afghani e non accenna a smettere).

È tragico che i piccoli siano usati come bombe umane o lasciati orfani; o che siano spinti ad affrontare lunghi viaggi verso una salvezza teorica che pagheranno con altra crudeltà, fame e disperazione.

È assurdo, diabolico, folle che si continui così. Dopo tutto, dal 10 dicembre 1948 – quasi settant’anni! – una Convenzione delle Nazioni Unite garantisce ai bambini il diritto alla vita, allo sviluppo, all’identità e al rispetto. Tra l’altro, avrebbero pure il diritto di restare nei loro paesi d’origine senza essere spinti verso mete sconosciute. Ma chi se lo ricorda vedendo arrivare bambini esausti che hanno sperimentato l’inferno? Chi ci pensa guardando la foto del neonato nel fango o del bambino morto sulla spiaggia o di quello coperto di sangue che guarda nel vuoto, dopo essere uscito vivo dal bombardamento in cui ha perso la sua famiglia? La guerra contro i piccoli e gli indifesi imperversa mentre noi europei – barricati in un paradiso che ci teniamo ben stretto – prendiamo cautamente le distanze. Perché noi siamo brava gente, non come quei poveretti di fuori. Noi raccontiamo la favola della buona notte a figli, nipoti e amici, prepariamo per loro marmellate e merende, li portiamo al cinema, li spingiamo a fare sport, ci agitiamo se li vediamo in difficoltà per problemi moderni come dislessia, disgrafia. Dio non voglia che il loro meraviglioso futuro sia minacciato e ci consenta di vivere a lungo nel nostro paradiso. Da parte nostra ce la mettiamo tutta: abbiamo imparato a dominare l’indignazione davanti alle peggiori scene d’orrore e siamo abbastanza saggi da accettare che la società di cui andiamo orgogliosi sia plasmata a misura di maschi bianchi adulti e continui lei pure la guerra contro i soggetti più deboli come donne e bambini. Certo il nostro inferno è meno spudorato, eccessivo, abominevole. Ma basta scorrere le brevi di cronache per trovare casi che lasciano l’amaro in bocca. E la vergognosa sensazione di avere comunque le mani legate.

nicoletta Sipos

L’AUTRICE E IL SUO LIBRO – Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha lavorato per diversi quotidiani (Avvenire, Il Giorno) ed è stata inviata speciale del settimanale Gente prima di diventare, nel 1994, redattore capo di Chi. Ha lasciato la redazione nel giugno 2009, ma continua a collaborare con la rivista curando la rubrica dei libri. Qui tutti i suoi articoli per ilLibraio.it

La promessa del tramonto, il suo nuovo romanzo, uscirà per Garzanti il prossimo 8 settembre. Racconta la storia di un uomo e di una donna capaci di lottare anche quando tutto sembra perduto. Si dice infatti che l’amore superi ogni cosa. Per Tibor, giovane medico ebreo in fuga, è questa l’unica speranza cui aggrapparsi. Ha passato la sua vita scappando: prima dalle leggi razziali dell’Italia nella seconda guerra mondiale, poi dall’odio strisciante nell’Ungheria del 1951, sotto la dittatura comunista. E adesso che è nascosto nella stiva di una nave che dovrebbe salpare verso la libertà, sa che l’unica luce in grado di illuminare il suo cammino è lei. Sara. La donna per cui ha rischiato tutto. La donna che ha cambiato la sua esistenza con uno sguardo. La donna che è disposta ad aspettarlo, qualunque cosa accada. Perché Tibor e Sara si sono fatti una promessa: la promessa di strappare al destino, nonostante tutto e tutti, la felicità che si meritano. La felicità che si meritano i loro figli. Perché nessuno potrà togliere loro la dignità e il coraggio…

nicoletta Sipos

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