Sguardo perso, gregge di pecore sullo sfondo, felpe larghe e cappellino coperto dal cappuccio. Edoardo D’Erme, in arte Calcutta, dopo il successo dell’album “Mainstream” è diventato uno dei cantanti più apprezzati della scena ITPOP (un tempo “indie”), per la sua capacità di raccontare il senso di smarrimento di una generazione. Il suo nuovo disco, “Evergreen”, contiene brani già entrati nel cuore dei fan (Orgasmo, Pesto, Paracetamolo), ma a voler spiegare a tutti i costi il loro significato, si rischia di cadere in un’iperlettura che smorza tutto il piacere dell’ascolto…

Si possono spiegare i testi di Calcutta?

A dire il vero ci sono stati degli esperimenti, qualcuno anche divertente, in cui i versi di alcune canzoni indie sono stati sottoposti all’analisi di professori di letteratura, ma al di là della struttura ritmica e dei riferimenti a tradizioni passate, non è che l’esegesi abbia permesso di capire meglio il significato del brano (o del perché abbia avuto così successo). Il punto, forse, è proprio evitare di cercare un’interpretazione a tutti i costi. Dopotutto sarebbe davvero difficile motivare il fatto che una strofa come “Pesaro è una donna intelligente” possa suscitare tanto coinvolgimento.

calcutta tourSu www.ticketone.it le prevendite dei concerti del tour invernale di Calcutta

Nel caso del cantante, non è detto che dietro ogni scelta ci sia un senso. Tante cose sono casuali, anche il nome “Calcutta”, per esempio, è nato un po’ per gioco, o comunque per delle motivazioni che non sono per forza spiegazioni.

Così come l’inizio di Paracetamolo: “Lo sai che la tachipirina 500 se ne prendi due diventa mille?”, in realtà è il ritaglio di una conversazione scherzosa tra il cantante e una sua amica che stava ragionando su quanta Tachipirina dovesse assumere.

Non c’è niente di male nella casualità e, forse, a voler guardare sempre troppo dietro si rischia di cadere in un’iperlettura che smorza il piacere di ascoltare una canzone. Certo, è anche vero che è inevitabile soffermarsi sulla produzione musicale del cantante che viene considerato, da alcuni, il De Gregori dei giorni nostri. Se non altro perché di fatto Calcutta continua a raccogliere consensi e a “generare” imitazioni (più o meno consapevoli), come capita in questi casi.

Non basta il paragone con De Gregori: Calcutta viene definito la voce di una generazione e, se da una parte questa espressione si utilizza ormai con facilità, dall’altra non si può negare che il cantante, attraverso i suoi brani intimi e malinconici, è in grado di raccontare una forma di solitudine e un senso di smarrimento che molti provano, o hanno provato. E lo fa con semplicità, con frasi che riassumono piccoli dilemmi, come “Esco o non esco?”, che è l’incipit di Pesto, oppure “Io ti giuro che torno a casa e non so di chi”, che esprime tutto il disagio di chi ha vissuto la sensazione di spostarsi di continuo da un luogo all’altro.

La voce di una generazione che non riesce a confessare di essersi innamorata, allora si corregge subito dopo averlo detto: “mi sono innamorato, mi ero addormentato di te“; che non riesce a creare legami ma che poi, paradossalmente, non è in grado di liberarsene perché “tanto tutte le strade mi portano alle tue mutande“. Una generazione che per “noia” si mette a disegnare svastiche in centro a Bologna, o che per fare la rivoluzione, come estremo atto di libertà, si concede di non lavare i piatti con lo Svelto.

Edoardo D’Erme, in arte Calcutta, ha 29 anni ed è originario di Latina. Sguardo perso, gregge di pecore sullo sfondo, felpe larghe e cappellino coperto dal cappuccio. La sua carriera da cantante inizia nel 2012 con l’album Forse…, seguito subito dopo da The Sabudian Tapes. Entrambi passano quasi inosservati. Nel 2015 esce per Bomba Dischi Mainstream (a cui lavora insieme a Calcutta anche Niccolò Contessa de I Cani), che grazie a brani come Cosa mi manchi a fare, Frosinone e Del Verde, fa improvvisamente diventare Calcutta uno dei cantanti più apprezzati di quella che oggi viene chiamata scena ITPOP (si tratta, in pratica, di un’evoluzione dell’etichetta indie, categoria che comprende suoni diversi, dalle canzoni autoriali ai brani elettronici e trap, all’interno della quale ormai possono convivere, tra gli altri, Cosmo, Frah Quintale, i Canova, fino ad arrivare a Carl Brave e Coez).

Insomma, che Calcutta sia diventato una specie di ossessione è confermato anche da tutte le parodie o dalle voci secondo cui dietro Liberato si nasconderebbe proprio il cantante di Latina. Anche al concerto che si è tenuto lo scorso 9 maggio sul lungomare di Chiaia tanti fan sostenevano di non avere dubbi a riguardo. Ma di ipotesi sulla misteriosa identità di Liberato ce ne sono talmente tante che non avrebbe senso snocciolarle tutte (e tra l’altro questa su Calcutta sembrerebbe anche la meno plausibile). Quel che è certo è che Liberato e Calcutta sono collegati da un nome: Francesco Lettieri, il regista che cura i video di entrambi i cantanti (ma anche di molti altri).

Dopo Mainstream, escono Orgasmo, Pesto e Paracetamolo, che preannunciano l’uscita dell’ultimo album: Evergreen, a cui Calcutta lavora insieme all’amico Paco Martinelli. Nel disco sono presenti 10 tracce, il cui sound appare subito diverso rispetto alle precedenti. Evergreen è un progetto meno immediato, più riflessivo e retrò, come dichiara l’artista laziale. Dopo il duetto con Takagi & Ketra per il singolo Oroscopo, nel nuovo album è presente solo quello con Francesca Michielin che canta i cori di due brani, Kiwi e Hübner, ma che non ha voluto apparire nei crediti. Ci sono anche vecchie canzoni, Saliva, per esempio, che infatti era già su YouTube. Rai, invece, è il ricordo di quando Calcutta è stato ospite alla trasmissione Quelli che il calcio: le tonalità sono psichedeliche e ricordano alcune sigle dei varietà televisivi degli anni ’70.

Per quanto riguarda i concerti, da tempo sono state fissate le uniche due date in cui Calcutta comparirà sul palco (se si esclude una presenza a sorpresa al MiAmi Festival 2018): il 21 luglio allo Stadio Francioni della sua città e il 6 agosto all’Arena di Verona. Ma pochi giorni fa, sulla sua pagina Facebook il cantante ha annunciato che, dopo aver suonato nei minimarket per Mainstream, terrà anche un piccolo tour acustico in Autogrill: mercoledì 30 maggio, dalle ore 19 alle ore 21, canterà nell’Area di Servizio Prenestina Ovest a Gallicano del Lazio sul tratto A1 Fiano Romano– San Cesareo. L’1 giugno sarà all’Area di Servizio Villoresi Est a Lainate (MI) sul tratto A8 Milano–Laghi.

Ma se non si capisce il senso, che cosa le ascolti a fare? La risposta forse sta proprio nel tentare di smettere di trovare un significato e godersi delle canzoni che, al di là delle critiche, rivelano una naturale forza comunicativa.

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