“Si cambia spontaneamente e naturalmente perché l’Altro è entrato nella nostra vita, non importa se per una giornata ineguagliabile o per un’esistenza tranquilla”. Su una riflessione letteraria di Greta Simeone (ora in libreria con il romanzo “Sarò come mi vuoi”), in cui si citano “My fair lady” e…

Generalizzando: non che le donne siano immuni alla tentazione di rifare un uomo da capo a piedi. Anzi. In fondo, la nostra educazione sentimentale inizia con le favole, e con l’affetto e la perseveranza – ci hanno spiegato nei dettagli – anche una Bestia può diventare un principe, piuttosto belloccio e con castello incluso.

L’Amore, rigorosamente con la A maiuscola, ha un effetto salvifico: se gli vuoi tanto tanto bene, anche un troglodita si trasformerà in un lord e solo perché sei entrata nella sua vita. Eri il catalizzatore che gli serviva per esprimere tutte le sue potenzialità, che tu avevi compreso mentre gli altri lo consideravano una causa persa.

Per gli uomini, in letteratura, fin dall’antica Grecia il meccanismo è stato inverso: prima creo la donna perfetta e poi, se proprio, me ne innamoro. Il mito di Pigmalione è stato ripreso e riletto tante volte: Ovidio racconta di uno scultore che plasma la donna perfetta nel marmo – impossibile lavorare per benino, se non su materia vergine, evidentemente – e ottiene dalla dea Afrodite che prenda vita. Si chiamerà Galatea, la sposerà e avranno una figlia.

George Bernard Shaw scrive una commedia, in cui il professore di fonetica Higgins scommetterà con l’amico Pickering di poter trasformare una povera fioraia ignorante, Eliza, in una donna elegante, insegnandole le buone maniere e un accento da nobile. Shaw non aveva previsto un finale romantico fra i due: Eliza, che comunque ha mantenuto il suo bel caratterino, sposerà un altro.

Solo che agli spettatori questa conclusione non convinceva: era davvero solo una scommessa fine a se stessa? Strappi una donna al suo mondo, la fai diventare un ibrido – una gran signora senza il pedigree necessario – e poi la molli al proprio destino? Ma che brutta cosa!

Shaw scrisse addirittura un saggio per spiegare come mai fra i due non poteva esserci amore, ma alla fine, piegato dalle insistenze, permise che la prima versione cinematografica del Pigmalione avesse un finale aperto, meno deprimente. Così sarà anche nel celebre musical My fair lady, con Audrey Hepburn e Rex Harrison (dodici nomination agli Oscar, vinti otto): Higgins canterà “I’ve grown accustomed to her face”, mi sono abituato al suo volto, l’inno all’amore che ti frega quando meno te lo aspetti. Io, che sono patita di vecchi film, proprio da My fair lady ho preso la prima ispirazione per il mio romanzo Sarò come mi vuoi (Corbaccio.)

Ben più cupa è la visione di Ira Levin, un altro uomo, che non si dica che sono i soliti piagnistei femminili, autore di La fabbrica delle mogli, che ha avuto due adattamenti cinematografici. Racconta di una cittadina americana, Stepford, in cui le mogli, dopo un po’ che ci abitano, diventano Barbie senza individualità: belle, sempre in ordine, con due tette così ed entusiaste del sesso col marito. Nel film del 2004, interpretato da Nicole Kidman e Bette Midler, c’è una riscossa femminile, ma nel romanzo no: non si sa da cosa dipenda – forse i mariti sostituiscono le mogli con robot perfettamente identici -, ma sembra non esserci altro destino che piegarsi alla volontà dei maschi. Persino i mariti che sembravano felici di avere una compagna vivace, autonoma, ambiziosa, in realtà covano il desiderio di dividere la propria vita con una donna meno impegnativa.

Nella realtà, nessuno cambia nessuno, a meno di relazioni patologiche. Si cambia spontaneamente e naturalmente perché l’Altro è entrato nella nostra vita, non importa se per una giornata ineguagliabile o per un’esistenza tranquilla. In fondo, i romanzi d’amore parlano tutti di come Lui o Lei ci hanno fatto persone nuove. Anche se, scriveva Victor Hugo, “la suprema felicità della vita è essere amati per quel che si è o, meglio, a dispetto di quel che si è”.

L’AUTRICE – Greta Simeone è il nome d’arte della scrittrice ora in libreria con Sarò come mi vuoi edito da Corbaccio.

IL LIBRO – A Gina sta andando tutto storto: sola da un po’, ora ha anche perso il lavoro. Fa colloqui a ripetizione, per paura di dover rinunciare alla propria casa e tornare a vivere dai suoi, che sono freddi come l’inverno, anche se ormai si è convinta che non l’assumerà nessuno. Troppa la concorrenza, con la crisi che c’è, e lei non brilla in niente. Una sera però arriva, a sorpresa, una telefonata. A chiamarla è Paolo, socio in una catena di sexy shop, che cerca una venditrice a domicilio, e che l’aveva intervistata poche ore prima. Lei era certa di aver fatto una pessima figura, ma secondo Paolo ha le carte in regola per riuscire. Però … però dovrà rifarsi il look, acquisire le giuste competenze, seguire tutte le sue indicazioni, affidarsi a lui senza remore: è disponibile? Gina accetta con riluttanza l’unica proposta ricevuta. Presto, inaspettatamente, le si aprirà un mondo nuovo: sotto la guida di Paolo imparerà molto su se stessa e sulle sue capacità. Troverà l’amore, perderà le sue inibizioni. Fino a quando ogni sua certezza sarà spazzata via da una terribile scoperta.

 

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