Il poeta Guido Catalano, in libreria con la raccolta “Ogni volta che mi baci muore un nazista”, intervistato da ilLibraio.it ripercorre l’influenza dei cantautori sulle sue opere, parla del futuro della poesia – che (ri)vive anche grazie alle citazioni sui social network, oltre che ai reading e ai poetry slam -, dice la sua sulle “tensioni tra artisti” e…

“Stagionalmente si parla di rinascita o di morte della poesia, quello che so è che, negli ultimi due, tre anni, si sta creando un movimento di poeti giovani che si danno molto da fare, portano in giro le loro poesie, e che alcune case editrici se ne stanno accorgendo e li stanno pubblicando. Si tratta di un fenomeno che si sta facendo notare, anche dai media. Per quanto riguarda la poesia in generale, invece, non credo che il pubblico ne compri più di prima”. Così, intervistato da ilLibraio.it, si esprime sul dibattuto tema del futuro della poesia Guido Catalano, torinese da poco ritornato in libreria con la raccolta Ogni volta che mi baci muore un nazista (Rizzoli).

Guido Catalano

La fama del poeta Catalano, ormai attivo da quindici anni, si deve ai numerosi reading che lo hanno portato in giro per l’Italia. E anche quest’anno, fino a maggio, l’autore sarà impegnato nella tournée che si è aperta con due date ‘speciali’, al Teatro Colosseo di Torino e all’Alcatraz di Milano. Confronto, quello con un pubblico numeroso, che l’autore ha “sperato per anni, così come il calcare un palco solitamente deputato alla musica”.

Desiderio che in parte nasce dalla passione di Guido Catalano per “il cantautorato italiano: De André, Guccini, De Gregori, Battisti. Artisti le cui canzoni vengono anche citate in alcune poesie”.

Guido Catalano
Immagine tratta da Guidocatalano.it

Una delle peculiarità dell’autore, ossia la lettura ad alta voce dei suoi versi, è nata come una necessità: agli inizi della carriera di Catalano era “l’unico modo di portare i testi al pubblico: non esistevano social media né internet come lo conosciamo ora”. Ma anche oggi resta “un ottimo strumento per avvicinare il pubblico alla poesia, così come anche i poetry slam“.

Nell’era dei social media, tuttavia, anche le citazioni pubblicate online sotto forma di post “sono un bene e permettono di condividere un format letterario solitamente recluso in piccoli scaffali e luoghi intimi, inoltre permettono ai giovani di avvicinarsi e appassionarsi”. Per Guido Catalano, in generale, “non è un male rendere la poesia ‘vendibile’, come tutte le altre forme artistiche e letterarie”.

Una posizione, quella del poeta, che che genera discussione, “segno che le opere sono seguite non solo da amici e parenti di chi le ha scritte. C’è sempre chi ama il lavoro e le opinioni di un certo autore e chi invece non li apprezza. Anche nella poesia, come nell’arte in generale, ci sono tensioni tra gli stessi artisti, e non c’è niente di male“.

A proposito di polemiche, le opere di Catalano sono state spesso criticare per via del “registro comico e ironico non sempre apprezzato dal mondo più accademico”.

Quanto ai modelli, oltre ai già citati cantautori e ai fumetti, “in particolare quelli di Schulz, per la poeticità quasi infantile”, Guido Catalano ricorda “l’innamoramento, come accade spesso ai giovani maschi, per Bukowski“. Per quanto riguarda le letture recenti, cita Prevert e Vivian Lamarque, definendo la poetessa milanese “l’autrice che preferisce in questo periodo”.


LEGGI ANCHE – La “rinascita” editoriale della poesia?

 

Abbiamo parlato di...