

Sinossi
«Due cose non si possono guardare in faccia: il sole e la morte» ha scritto La Rochefoucauld nelle sue Massime. La visione diretta della grande luce e del grande buio sono per noi intollerabili. Si può essere ciechi per troppa luce o per troppo buio. Per questo occorre abituarsi gradualmente all’una come all’altro. Ed è proprio così, per gradi, che queste Lezioni di tenebra ci portano al grande buio, al cuore nero della storia: Auschwitz. In un racconto nutrito di biografia, che diventa anche biografia di una generazione, l’autrice esplora, pagina dopo pagina sempre più in profondità, il rapporto con sua madre, l’unica di due famiglie numerose a essere sopravvissuta alla Shoah, insieme al padre: ebrei polacchi, vissuti in Germania, dove la figlia Helena è cresciuta sentendosi totalmente estranea al mondo tedesco e alla sua cultura, pur usandone la lingua. Non soltanto una memoria sulla Shoah, ma un resoconto appassionato e allo stesso tempo lucido che punta a misurare l’intensità del contraccolpo nella generazione successiva. E il contraccolpo sta nell’impossibilità di avere radici,nella confusione linguistica, nel bisogno disperato di appartenere e nella condanna crudele di sentirsi estranei, comunque e dovunque. Sta nello stupore di fronte al destino, al male, alla sorte: «Vorrei sapere se è possibile trasmettere conoscenze e esperienze non con il latte materno,ma ancora prima, attraverso le acque della placenta o non so come, perché il latte di mia madre non l’ho avuto e ho invece una fame atavica, una fame da morti di fame,che lei non ha più».
- ISBN: 8823521793
- Casa Editrice: Guanda
- Pagine: 208
Recensioni
Stazionava fra gli scaffali della mia libreria da anni, in attesa di essere letto e di scoprire un po' di quella tematica, o meglio sottotematica dell'Olocausto, che inspiegabilmente da sempre mi affascina: quella della trasmissione del trauma transgenerazionale, ovvero la terribile e al contempo pr Leggi tutto
Helena Janeczek sonda le tenebre della sua storia famigliare, le tenebre sconosciute di Auschwitz che riaffiorano grazie a un viaggio con la madre, che per la prima volta ritorna in Polonia e nel campo in cui passò pochi mesi da ragazza. Quello che mi è piaciuto di più è che l'autrice non pretende d Leggi tutto
Ho letto questo libro subito dopo Il bambino nella neve di Wlodek Goldkorn , ed è stato inevitabile fare dei paragoni: anche quello di Helena Janeczek è un libro importante, ma mi è sembrato un po' dispersivo. Mi sono piaciute le parti molto oneste sul rapporto madre/figlia. È stato tipico per molte Leggi tutto
Un romanzo di famiglia, un racconto della madre, soprattutto della madre, e del padre, un ritorno alle origini, un viaggio verso luoghi della memoria, la memoria da custodire. Siamo figli dei nostri genitori, non riusciremo mai a sapere davvero chi sono, cosa provano, a volte non sappiamo nulla dell Leggi tutto
Rilettura: 4 stelle. 10/12/2011 ....ho una fame atavica, una fame da morti di fame, che lei non ha più... I genitori sanno che i figli sbagliano e che bisogna educarli a non sbagliare. Ma certi, credo, sanno che anche dagli errori si impara. Molti altri non ne vogliono sapere nulla e tuttavia lo sanno Leggi tutto
Citazioni
Al momento non ci sono citazioni, inserisci tu la prima!