

Sinossi
Negli anni Dieci, l'amministrazione della nuova sinistra napoletana ha cercato di contrastare l'infame reputazione della città con l'aiuto di circostanze favorevoli, di un'imprenditoria furba, della mancanza di avversari politici e della buona volontà di chi è «rimasto». Sono nate così alleanze controverse tra la borghesia in decadenza e i nuovi proletari, sullo sfondo degli intrighi di Napoli, dei suoi mutamenti sociali, della corsa alla supremazia nella febbre del turismo e dei brand culinari. Ma è solo all'alba di questo decennio, in una Napoli svuotata dalla pandemia e inaspettatamente nitida, che emergono le conseguenze di una trasformazione che già Marx, nei suoi Grundrisse, aveva profetizzato. Paolo Mossetti scrive un diario che è insieme preciso e stralunato, con lo sguardo di chi, tornando, è costretto a riconoscere i luoghi della propria storia. La sua voce innamorata e caustica ci guida in un reticolo di strade, di professioni antiche che tentano di reinventarsi e di nuove che emergono. L'affresco di una metropoli fragile e nevrotica: forse l'unico modo per raccontare il passaggio da una cultura politica arretrata a una modernità che ci appare ancora più brutale.
- ISBN: 8833892751
- Casa Editrice: Minimum Fax
- Pagine: 278
- Data di uscita: 28-10-2022
Recensioni
L'autore è riuscito a descrivere tanti aspetti di Napoli con la giusta distanza, ma senza cadere nella freddezza asettica dello studioso. Il rapporto conflittuale tra il voler fare un'analisi razionale e l'appucundria che lo lega al luogo è forse il tratto principale. Interessanti le riflessioni sull Leggi tutto
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