

Sinossi
Ogni giorno facciamo esperienza del nostro corpo in modi diversi. Possiamo "sentirlo" propriamente, senza alcuna mediazione: la carne è l'oggetto di questo sentire. Oppure lo "vediamo" dall'esterno, come quando guardiamo la nostra immagine riflessa allo specchio. L'equilibrio fra queste due modalità è la condizione ideale per sentire le nostre emozioni, che ci radicano in noi stessi e nel mondo. È così che si costituisce l'identità. Tuttavia, la nostra è un'epoca in cui il tempo vissuto diventa sempre più frammentato; il nostro universo somiglia sempre più a una sequenza sincopata di eventi isolati. Improvvisamente, spiega Giovanni Stanghellini, la vista è divenuta il senso che meglio degli altri si accorda alla frammentazione del mondo. Con la profondità dello sguardo clinico, Stanghellini esplora una nuova modalità di fare esperienza del corpo: siamo in grado di sentirlo solo quando è oggetto dello sguardo altrui. Il selfie è un sintomo eloquente del nostro tempo. E la sproporzione che il selfie mette in luce è la stessa dalla quale scaturiscono l'anoressia e i disturbi del comportamento alimentare. Sviluppare un rapporto diretto, singolare e necessariamente complesso con il nostro corpo, con la carne, è sempre più difficile. Una guida per riconoscere il rapporto mediato e posticcio con la nostra immagine e ritrovare l'esperienza dell'intimità con noi stessi.
- ISBN: 8807105489
- Casa Editrice: Feltrinelli
- Pagine: 152
- Data di uscita: 23-01-2020
Recensioni
Vorrei proporre il mio punto di vista rispetto alle riflessioni di Giovanni Stanghellini, in merito al fenomeno epidemiologico del Selfie che sta caratterizzando la nostra epoca. Il mondo del “selfista”, come lo definisce Stanghellini, è un mondo dove non è possibile distinguere la realtà dall'immag Leggi tutto
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